Storia dello scanner e applicazioni

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Scansionare documenti importanti per creare file digitali dalla durata virtualmente infinita è una pratica oggigiorno molto comune, non solo perché riduce l’impatto del consumo di carta ma anche perché taglia i costi, migliora l’efficienza e fa risparmiare spazio. Invece di avere pile di documenti archiviate basta infatti possedere hard disk e solid state drive su cui salvare i documenti virtuali, una comodità a cui è davvero difficile rinunciare. Ma come sono nati gli scanner? Seguiamo la breve storia del dispositivo partendo dall’inizio, ovvero dall’antenato chiamato pantelegrafo.

 

Breve storia dello scanner

Il pantelegrafo fu inventato da Giovanni Caselli, abate italiano, precisamente di Siena, e inventore. La macchina da lui ideata fu concepita per migliorare il telegrafo, trasmettendo testi e manoscritti, lo stesso nome “pantelegrafo” viene dall’unione delle parole pantografo, ovvero uno strumento che copia i disegni e le immagini, e telegrafo, la macchina che invia i messaggi. 

Fu utilizzato dalla Francia nella seconda metà del 1800 e persino la Cina si interessò al funzionamento dell’apparecchio che sfruttava degli elettromagneti per sincronizzare il movimento dei pendoli alla fonte e a distanza, disegnando su un’area della grandezza massima di 150 x 100 millimetri. Il disegno doveva essere preparato su un foglio metallico con inchiostro isolante, cosicché il pennino del telegrafo esaminava il foglio, una riga alla volta, mentre quello ricevente compiva lo stesso movimento ma su un foglio di carta con ferrocianuro di potassio, che reagiva elettrochimicamente al passaggio del pennino.

 

Belinografia

In seguito alla caduta in disuso del pantelegrafo di Caselli, altri inventori si cimentarono con il concetto della trasmissione di immagini a distanza, come Edouard Belin e il suo belinografo, un macchinario in grado di inviare una fotografia tramite linea telefonica, ma come funziona questo concetto? Si basa sul principio delle telefotografia, ovvero la capacità di trasformare segnali acustici in segnali luminosi che vengono impressi su una carta fotosensibile, ricreando l’immagine originale. Il sistema di Belin fu usato a partire dal 1920 fino alla metà degli anni ’90 e fu sostituito solo dall’avvento di internet e la digitalizzazione dei documenti.

Primo vero scanner

Lo scanner a tamburo fu creato nel 1957 da Russell Kirsch, che utilizzò come prima immagine da scansionare la foto del figlio di tre mesi, grande 5 cm circa. I dispositivi a tamburo sono stati sostituiti nell’elettronica di consumo, tuttavia trovano ancora applicazione ad alcuni livelli grazie alla loro precisione e capacità di catturare anche i dettagli più piccoli delle immagini originali.

Il funzionamento vede l’uso di tre fotomoltiplicatori di colore RGB. L’oggetto viene illuminato dalla luce, il cui riflesso è catturato da specchi semitrasparenti inclinati dove avviene l’amplificazione ottica. Alla fine tutti i segnali arrivano ai convertitori che trasformano l’immagine in una copia digitale.

 

Flatbed e CCD

Gli scanner comunemente chiamati “flatbed” (in italiano “a letto piano”), sono quelli più comuni oggigiorno, ovvero con una superficie piana dotata di sensori su matrice lineare. Il loro funzionamento prevede l’illuminazione del foglio tramite una luce bianca, successivamente la matrice riceve il riflesso della luce e stabilisce alcuni parametri come la larghezza e la differenza di tensione, inviando questi dati ai convertitori che trasformano l’oggetto in un’immagine digitale.

I sensori possono essere CCD, ovvero Charged Coupled Device oppure CIS, Contact Image Sensor, il secondo caso vede l’uso di una luce LED blu per illuminare il documento durante il processo di scansione.

 

Applicazioni

Se pensate che lo scanner possa servire solo a digitalizzare carte d’identità, documenti che attestino il vostro stato di salute o simili, vi sbagliate di grosso poiché la loro utilità è estremamente importante per la preservazione di testi storici, per esempio. Documenti scritti nei secoli passati su materiale deperibile vanno incontro a un destino crudele, la possibilità di trasmettere ai posteri tali scritti ha un valore inestimabile, per garantire future ricerche e accessibilità. Dal punto di vista personale, potrete salvare fotografie dei vostri cari, evitando che il tempo abbia la meglio sul formato fisico, per esempio sbiadendo i colori e le figure impresse.

 

Scanner portatili

Questi si rivelano comodi e semplici da utilizzare grazie alle loro dimensioni contenute e possibilità di portarli sempre con sé, un nuovo passo in avanti nella capacità di scansione, soprattutto per motivi legati all’ambito lavorativo.

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