Tutto pronto per il Festival di Teatro Antico a Veleia, si inizia il 18 con Sergio Rubini

Tutto pronto per il Festival di Teatro Antico a Veleia, si inizia il 18 con Sergio Rubini.

Dopo il forzato stop dello scorso anno, questa estate sarà possibile rivivere l’emozione di ritrovarsi a teatro in uno scenario d’eccezione come l’area archeologica di Veleia a Lugagnano. La direttrice artistica della manifestazione Paola Pedrazzini ha messo a punto un programma che raccoglie i migliori protagonisti delle passate edizioni, ora di nuovo a Veleia con spettacoli inediti e prime assolute, in grado di venire incontro agli appassionati più esigenti così come di incontrare i gusti del grande pubblico.

L’accesso agli spettacoli della rassegna – che vede come main sponsor la Fondazione di Piacenza e Vigevano – avviene nel rispetto delle normative anticovid, i biglietti sono in vendita al prezzo di 10 euro sul sito veleiateatro.com, così come presso la libreria Feltrinelli a Piacenza. Per informazioni telefonare al numero: 324.9297592, nei seguenti giorni e orari: da lunedì a sabato: dalle ore 10 alle ore 14 e dalle ore 16 alle 19 e 30, domenica e nei giorni di spettacolo dalle ore 10 alle ore 13, oppure scrivere a: info@veleiateatro.com

DOMENICA 18 LUGLIO
Ore 21.30

SERGIO RUBINI
in RISTRUTTURAZIONE – Da Vitruvio ad odierne disavventure casalinghe

Scritto da Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi
Musiche eseguite dal vivo da Musica da Ripostiglio
L. Pirozzi chitarra e voce, L. Giacomelli chitarra
R. Toninelli contrabbasso, E. Pellegrini batteria
Regia di Sergio Rubini

Nuovo spettacolo

L’apertura del festival è affidata a un’icona del cinema italiano, l’attore, autore e regista Sergio Rubini che presenta a Veleia (in versione speciale) il suo nuovo spettacolo, l’esilarante, tragicomico racconto di una ristrutturazione, in cui il viavai di architetti, operai, ingegneri, allarmisti, idraulici, condòmini (competenti e incapaci, leali e truffaldini, scansafatiche ed operosi) che invadono l’appartamento dello sfortunato padrone di casa, stravolgendogli la vita, rivela una realtà distante dalle teorie dei manuali di architettura, a partire dal più antico, il De Architectura di Vitruvio. Accompagnato e intervallato dai motivi e dalle atmosfere di una band musicale, Musica da Ripostiglio, il racconto prende il via da molto lontano e attraversa le tragicomiche vicissitudini del protagonista e della sua compagna… Se non che l’arrivo della pandemia azzera tutto, imponendo nuove regole e nuovi codici: un nuovo mondo che necessita a sua volta di una ristrutturazione profonda e collettiva per poter ricominciare a girare.

MARTEDI’ 20 LUGLIO
Ore 21.30

NICOLA PIOVANI
in NOTE A MARGINE – Il Mito della musica

con
Marina Cesari sax
Marco Loddo contrabbasso
Nicola Piovani pianoforte

Speciale Leçon- concert

Dopo l’indimenticato Viaggi di Ulisse, il Festival di Veleia accoglie ancora una volta un prezioso appuntamento musicale con il premio Oscar Nicola Piovani. Uno spettacolo inedito, una leçon-concert in cui, sulla scia di memorie personali e artistiche – dal Mito greco a La vita è bella – il Maestro Piovani condivide con gli spettatori riuniti nel foro veleiate le emozioni di una vita consacrata alla Musica, nonché esperienze, aneddoti e incontri artistici (con Fellini, i Taviani, Cerami, Benigni…) tra Letteratura, Musica, Cinema, Teatro, accompagnando il racconto con le note del suo pianoforte, insieme al sassofono di Marina Cesari e al contrabbasso di Marco Loddo.

MERCOLEDI’ 21 Luglio
Ore 21.30

MARIO PERROTTA
MASSIMO RECALCATI in EREDITA’ – Contrappunti sul figlio

Evento speciale in prima nazionale e in esclusiva per il Festival di Veleia

Un evento speciale, creato in esclusiva per il festival di Veleia, vede insieme in scena Massimo Recalcati, uno dei più noti psicoanalisti d’Italia e il premio Ubu Mario Perrotta, esponente del miglior teatro contemporaneo. Massimo Recalcati e Mario Perrotta tornano in scena insieme per proseguire il viaggio attraverso le relazioni familiari dopo “Dalle ceneri dei padri” (2018) e “Madre: indicativo presente” (2019). La lente di ingrandimento è ora rivolta alla figura del figlio, figura del segreto, del destino, del futuro, figura dell’eredità. A partire da Edipo – figlio ingabbiato nella Legge dettata dal fato che lo pone in un contrasto violento col padre – per approdare ad Amleto – figlio che di quella Legge potrebbe spezzare le catene e che, tuttavia, decide di non agire. Una più contemporanea assenza del dialogo e la sua antitetica ricerca di comprensione tra generazioni è, invece, alla base di un’altra coppia di figli: da un lato la figlia del mitico “svedese” in Pastorale americana di Philip Roth che, con il suo fondamentalismo adolescenziale, rifiuta il mondo degli adulti, per lei falso e impuro, da cancellare; dall’altro, Telemaco, figura nostalgica del figlio in attesa del padre, ma soprattutto vero erede eretico, in grado di affrontare in maniera autonoma il proprio viaggio e ricomporre il rapporto tra le generazioni. Un affascinante viaggio al crocevia tra teatro e psicanalisi, in dialogo con Sofocle, Shakespeare, Omero, Philip Roth e con la quotidianità del rapporto con i Figli oggi.

DOMENICA 25 LUGLIO
Ore 21.30

GIOELE DIX
in VORREI ESSERE FIGLIO DI UN UOMO FELICE

di e con Gioele Dix

Prendendo spunto dalla potente e simbolica vicenda di Telemaco, figlio di Ulisse, Gioele Dix costruisce uno spettacolo di grande spessore teatrale, in bilico costante fra suggestioni letterarie (Paul Auster, Milan Kundera, Ghiannis Ritsos) e irruzioni nel quotidiano (molti ricordi personali) e disegna con affilata ironia un ritratto commosso, a tratti esilarante, di padri e figli e dei loro complicati rapporti d’affetto. “Vorrei essere figlio di un uomo felice” confessa Telemaco, figlio dell’eroe omerico, nel primo canto dell’Odissea. Parole che rivelano quanto sia consapevole del legame indissolubile fra il proprio destino e quello del padre. Ed è sempre stato così per tutti, o quasi. Il giovane principe di Itaca è dunque l’emblema dei tanti figli ai quali è toccato fare i conti, nel bene e nel male, con un’impegnativa eredità. “Da sempre Gioele Dix non è solo un comico. La sua “animalità” da palcoscenico è al servizio di una ricerca d’autore. Poi il garbo sornione, il talento per la battuta, il sound dell’umorista rendono i suoi esercizi di pensiero terribilmente divertenti, ma lo spasso è un mezzo non un fine.
La sua è un’affabulazione elegante, esistenzialista, quasi jazz nel gusto per la variazione. […]Ridiamo e ci inteneriamo per la goffaggine di Telemaco ma scopriamo anche il suo coraggio nel cercare di sbrogliare la pesante eredità paterna. Ci facciamo un’idea di che cosa facesse Ulisse con Calipso sull’isola di Ogigia, poi però compare Elena, non più giovane, così come la immagina Ghiannis Ritsos. Perché si ragiona anche della vecchiaia e della morte dei padri, e qui servono Milan Kundera e Valerio Magrelli, che accompagna verso la dedica finale, commovente”. (Sara Chiappori, Repubblica)

MERCOLEDI’ 28 LUGLIO
Ore 21.30

PAOLO ROSSI
in STAND UP OMERO-Tutta l’Odissea in 60 minuti

Progetto e regia di Sergio Maifredi
Produzione Teatro Pubblico Ligure

Prima Nazionale

Debutta in prima nazionale al Festival di Veleia Stand Up Omero, esilarante cavalcata nell’Odissea in cui Paolo Rossi – diretto da Sergio Maifredi – raccoglie la sfida di raccontare tutti i ventiquattro canti del poema omerico in sessanta minuti con l’incisiva, intelligente ironia che lo contraddistingue, fondendo uno dei testi basilari della cultura occidentale con la forma teatrale più anticonformista, lo “stand up”, in cui l’attore si rivolge direttamente al pubblico senza il filtro della finzione. “In questo momento voglio tornare a raccontare storie dal vivo. L’importanza del racconto è fondamentale per portare un conforto laico alle persone. Per me Omero forse non è mai esistito, era il nome di una cooperativa di cantastorie. Forse tutta la storia dell’Odissea è Ulisse che l’ha commissionata ad Omero, perché non sapeva cosa dire a sua moglie dopo avere impiegato dieci anni per tornare a casa” (Paolo Rossi).

“Odissea per me è il libro dei libri. È uno straordinario breviario senza essere un libro sacro. Ti avvicina all’essenza divina dell’uomo senza importi dogmi o atti di fede. Per questo è il mio libro, il libro che unico porto sempre con me. Lavorare con Paolo Rossi è una esperienza unica, come entrare nella gabbia dei leoni, una bella storia che ho il compito di portare in teatro a voi” (Sergio Maifredi)

LUNEDI’ 2 AGOSTO
Ore 21.30

LAURA MORANTE
in MEMORIE

Drammaturgia di Marco Fabbri
liberamente tratta da “A manera de memorias” di N. Gorin
Con M.Fabbri bandoneon M. Repellini violoncello S. Giavazzi pianoforte

Nuovo spettacolo

Musa di Nanni Moretti e Alain Resnais, Laura Morante torna a Veleia con uno spettacolo coinvolgente – in prima nazionale nel foro veleiate – che accompagna verso il finale l’edizione 2021 del Festival (ispirata ai temi della memoria e dell’eredità) a ritmo di musica, come in un rito catartico. La Musica è quella di Astor Piazzolla di cui, nel centenario dalla nascita, Memorie ripercorre, come una macchina del tempo, la storia (dell’artista ma anche di gran parte della musica del ‘900). Attrice di sofisticata sensibilità, la Morante declina con sapienza la drammaturgia di Marco Fabbri, accompagnata dal travolgente ritmo dei brani eseguiti dal vivo da Fabbri (bandoneon), Repellini (violoncello) e Giavazzi (pianoforte).

Giovedì 5, Venerdì 6 Agosto
Repliche: ore 20.45, 21.30, 22.15
Ingresso riservato a cinque spettatori a replica
TEATRO DEL LEMMING
in METAMORFOSI-Di forme mutate
Con A. Papa, D. Ferrantini, F. Tommasini, K. Raguso, M. Carluccio, M. Munaro
Drammaturgia musica e regia di Massimo Munaro

Nuovo spettacolo

Ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio, il Teatro del Lemming chiude il Festival di Veleia offrendo allo spettatore un‘immersione intima e personale nello spazio del rito, del mito, del ricordo. Il lavoro propone anche una possibile via d’accesso ad un altro livello di realtà, dove siamo posti all’incrocio fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. È come se si precipitasse nel labirinto di una memoria ad un tempo personale e archetipica. Siamo di fronte, forse, a dei fantasmi, all’evocazione di un passato che si fa presente ma che non può tornare. La distanza attore-spettatore mima qui quella distanza irricomponibile che ci separa da ciò che è stato e che non tornerà più. La materia si disfa, si decompone, si mescola. Tutto cambia e si trasforma. Le Metamorfosi cantate da Ovidio si specchiano, così, nelle tante metamorfosi attraversate da ciascuno di noi, in un continuo movimento fra morti e rinascite. “Convinti che in quest’epoca di “distanziazione sociale” il teatro e la relazione autentica fra attore e spettatore costituisca un pharmakon più che mai necessario, abbiamo accolto le limitazioni indotte dall’emergenza sanitaria, senza rinunciare alla specifica poetica sensoriale della Compagnia denominata “Teatro dello spettatore”. Abbiamo vinto la sfida? Invitiamo ciascuno di voi a darci una risposta”.
(Massimo Munaro)

Il Teatro del Lemming di Rovigo fondato da Massimo Munaro si afferma, a partire dagli anni Novanta, come una delle realtà più innovative della scena attraverso un percorso teatrale, unico nel panorama italiano, che si caratterizza per il coinvolgimento drammaturgico e sensoriale degli spettatori. La compagnia è da molti anni ideatrice di una originale pedagogia teatrale denominata I cinque sensi dell’attore.

Dopo teatro enogastronomico – Al termine di ogni spettacolo, il salumificio La Rocca di Castell’Arquato, l’Azienda agricola Fabrizio Camorali e Tollara Vini offriranno al pubblico e agli artisti una degustazione di vini e salumi piacentini.

Premio Festival di teatro antico di Veleia VII edizione – Il Premio dedicato ai protagonisti del Festival di Teatro Antico di Veleia viene realizzato anche quest’anno, in esclusiva, dal Maestro Sergio Brizzolesi: una piccola scultura in terracotta a tuttotondo che rappresenta un guerriero loricato, ossia coperto dall’armatura, ispirato alle statue romane rinvenute nella Basilica di Veleia e raffiguranti membri della famiglia imperiale, esposte al Museo Archeologico Nazionale di Parma.

Sergio Brizzolesi, piacentino, si è formato all’Istituto Gazzola di Piacenza e all’Accedemia di Brera di Milano. Ha all’attivo svariate esposizioni personali in Italia e all’estero e numerosi premi e riconoscimenti. Nel corso della sua carriera ha realizzato anche opere pubbliche in città italiane (Milano, Cremona, Como, Piacenza, Reggio Emilia…) e straniere (Caracas, Boston, Berlino, San Francisco, Rabat…).

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