“Abbiamo sbagliato a non dialogare con l’Islam” L’Afghanistan del Generale Rossi L’INTERVISTA

Non bastavano forze di sicurezza addestrate per garantire uno sviluppo affidabile dell’Afghanistan, “unire il paese” sarebbe stato più utile. Bisognava lavorare di più per creare le condizioni di sull’isolamento culturale nei riguardi dei talebani e guadagnare il consenso e il sostegno dei cittadini. Molti cittadini Afghani, fra cui mi piace ricordare l’ex presidente Hamid Karzai che ebbi l’onore di conoscere, già riconoscono in sé molti dei nostri valori e da questa base si sarebbe dovuto lavorare di più. In un paese Islamico, a differenza delle nostre democrazie occidentali, i cambiamenti importanti sono dettati sí dai governi ma solo se approvati e condivisi dalle autorità religiose con le quali è mancato a mio giudizio un vero dialogo. Per giustificare l’insuccesso di questa ventennale operazione militare potremmo attribuire le cause alla mancanza di istruzione degli afghani, alla corruzione e inaffidabilità diffusa della loro classe dirigente; per carità tutto vero, ma questo non giustifica questo fallimento e in cuor mio spero che questa sia davvero una lezione da imparare. Il futuro del nostro pianeta ci prospetta delle sfide epocali e ci mancherebbe solo che una contesa sul futuro di questo paese incredibilmente unico riaprisse una nuova crepa nelle relazioni internazionali. Staremo a vedere”.

Ora che si deve fare? Si deve gestire la crisi o lasciare che gli afghani se la sbrighino da sé, per dirla semplicemente è faccenda loro?
“Come primo atto l’emergenza è l’aiuto ai profughi, secondo bisogna guardare cosa fare dopo. E’ tempo di decidere, ripeto, se continuare nello scontro occidente contro mondo Islamico o imparare a dialogare sul serio. Il tema, guardando al futuro, è che l’Afghanistan rischi di diventare la vittima sacrificale sull’altare. Non possiamo scatenare una nuova battaglia ideologica tra Occidente e Islam”.

Rossi Afghanistan

Sembra che questi taliban promettano pace, c’è da fidarsi, o sono gli stessi di 20 anni fa?
“Anche se la nostra diffidenza è giustificata, io aspetterei un attimo a pronunciare giudizi. L’obiettivo è di creare una prospettiva di futuro che abbia senso. Noi italiani abbiamo fatto tanta ricostruzione, ospedali, ponti, scuole, strade, abbiamo cercato di creare una osmosi tra le nostre culture, abbiamo inviato nei nostri ospedali loro team medici a formarsi, forse qualcosa abbiamo seminato”.

E c’è un altro grande problema, che provocherà altri gravi danni a livello planetario: la coltivazione dell’oppio (il 90% dell’economia del Paese) per la produzione di eroina, già si parla di allarme narcotraffico dalle proporzioni mai viste prima d’ora. L’Afghanistan è un problema che ci impegnerà a lungo. Avremo ancora occasione di parlare di Afghanistan con il generale Rossi.

Maria Vittoria Gazzola in Afghanistan

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.