“L’altra giustizia”, Iara Meloni presenta il volume sulla Corte di assise straordinaria di Piacenza

Continuano gli appuntamenti con la storia locale proposti dal Museo della Resistenza Piacentina di Sperongia di Morfasso. L’obiettivo è prendere le “piccole storie” della nostra provincia, con i suoi personaggi e le sue vicende, ed inserirle nel più ampio contesto nazionale e globale.

Dopo gli incontri, online, sulle figure di Emilio Canzi e don Giuseppe Borea, il 13 agosto si torna in presenza: l’evento – organizzato in collaborazione con la sezione ANPI Lugagnano/Alta Val d’Arda e la casa editrice “Le Piccole Pagine” – vedrà protagonista Iara Meloni, ricercatrice dell’Università di Milano, e sarà dedicato ai piacentini che, nel dopoguerra, dovettero rispondere della difficile accusa di «collaborazionismo con il tedesco occupante».

Dopo la seconda guerra mondiale, mentre tutta Europa cerca di ricucire gli strappi del conflitto e ritornare alla normalità, anche a Piacenza viene istituita una «piccola Norimberga», un tribunale incaricato di giudicare coloro che, per motivi diversi, avevano scelto di mettersi al servizio dei tedeschi tra il 1943 e il 1945. È la Corte di Assise straordinaria, attiva tra il giugno 1945 e il dicembre 1947, della quale Meloni ha ricostruito l’attività complessiva. Sono 362 gli imputati, accusati prevalentemente di rastrellamenti, omicidi, rappresaglie, delazioni. 13 sono le sentenze di morte pronunciate, anche se solo 3 vengono effettivamente eseguite. La maggior parte degli imputati sarà scarcerata dopo l’amnistia del giugno 1946 voluta da Palmiro Togliatti.

Nell’incontro del 13 agosto si discuteranno soprattutto i casi locali, della Val d’Arda, attraverso alcune storie paradigmatiche che vedono coinvolti militi delle Brigate Nere, spie al servizio dei tedeschi, fucilatori, membri di tribunali speciali della Rsi e anche donne, attive soprattutto come informatrici e combattenti. Secondo Iara Meloni l’istituzione della Corte di Assise straordinaria “è un passo importante, che permette di incanalare in argini di legalità le spinte alla vendetta. Un percorso iniziato già nella Resistenza, con l’istituzione di un tribunale partigiano chiamato a giudicare i nemici. Passo dopo passo i partigiani costruiscono un nuovo Stato inclusivo, capace di garantire anche ai nemici tutele processuali e possibilità di ricorsi. Anche se molto spesso nel senso comune prevale la delusione per la scarcerazione di massa di molti fascisti che si avevano commesso reati gravi, le Corti svolgono una funzione importante nel passaggio dalla guerra alla pace”.

Le Corti di Assise straordinarie vengono istituite in tutto il paese, la particolarità di quella di Piacenza, secondo Meloni, che sta continuando lo studio di questi organismi giudiziari grazie a una borsa dell’Università di Milano, è quella di avere un carattere estremamente moderato e disposto al perdono. Il 60% degli imputati chiamati alla sbarra viene prosciolto. Oggi le carte della Cas di Piacenza sono raccolte in un corposo fondo di migliaia di documenti conservati presso l’Archivio di Stato, al quale Iara Meloni ha dedicato il volume «L’altra giustizia. La Corte di assise straordinaria di Piacenza 1945-1947», edito dalla casa editrice “Le Piccole Pagine”: si tratta di documentazione di eccezionale rilievo per ricostruire episodi importanti della lotta di Liberazione nel piacentino, e per vedere la storia da un punto di vista diverso, quello dei carnefici.

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