Conto alla rovescia per il green pass: non serve per salire sul taxi, resta il distanziamento in azienda

Conto alla rovescia per l’obbligo di green pass per chi lavora: il 15 ottobre si avvicina e il Governo ha messo nero su bianco nelle Faq sul sito alcune modalità di applicazione del certificato verde in alcune situazioni che possono risultare poco chiare, come il suo utilizzo da parte dei professionisti, o chi deve esercitare il controllo.

Non serve per salire su un taxi ma il conducente deve averlo. Non serve esibirlo all’idraulico o al tecnico chiamato a domicilio ma dovrà comunque detenerlo come gli altri liberi professionisti in un luogo di lavoro pubblico o privato. Questi ed altri quesiti sono stati aggiornati da Palazzo Chigi sul sito del governo. Nonostante l’obbligo del green pass, nelle aziende non si potrà derogare alla regola del metro di distanziamento, il certificato non fa venir meno infatti le regole di sicurezza previste da linee guida e protocolli vigenti. Non devono mostrare il green pass i clienti di un taxi e nemmeno l’idraulico o qualsiasi altro tecnico per una riparazione perchè i padroni di casa che li hanno chiamati non sono definiti “datori di lavoro ma stanno acquistando dei servizi”, ma resta la “facoltà chiedere l’esibizione del green pass”. Diverso il caso di colf e badanti: il datore di lavoro è infatti tenuto a verificare che la dipendente abbia il green pass.

Quando si accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa, il libero professionista “viene controllato dai soggetti previsti dal decreto-legge n. 127 del 2021”, ossia dai datori di lavoro. Il green pass del titolare dell’azienda che opera al suo interno “viene controllato dal soggetto individuato per i controlli all’interno dell’azienda”. Il Governo chiarisce che chi lavora sempre in smart working non dovrà avere il pass, che “serve per accedere ai luoghi di lavoro”. Tuttavia lo smart working “non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass”. I datori di lavoro privati per il momento non dovranno disporre delle piattaforme di controllo analoghe a quelle della scuola o del pubblico impiego.

In tema di controlli, il Governo precisa che le aziende che effettueranno le verifiche a campione sui dipendenti previste dalla legge non incorreranno nelle sanzioni nel caso in cui un controllo delle autorità dovesse riscontrare la presenza di lavoratori senza green pass, “a condizione che i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal decreto legge 127 del 2021”.

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