“Contributi, spese, meccanismo elettorale: ecco cosa cambiare nella gestione della Bonifica”

Intervento della lista Giustizia e Trasparenza, candidata alle elezioni degli organi direttivi del Consorzio di Bonifica

Dall’intervento di Confagricoltura del 23 settembre scorso emerge un’interpretazione distorta e del tutto faziosa delle affermazioni della lista “Giustizia e Trasparenza” che, con la propria candidatura, si impegna a contrastare il monopolio di coloro che da anni gestiscono il “tesoretto” del Consorzio di Bonifica, costituito dai contributi dei cittadini. “Giustizia e Trasparenza” non ha mai affermato che sono inutili le azioni per garantire la sicurezza dei cittadini dalle esondazioni dei fiumi e dal dissesto idrogeologico, ci mancherebbe altro…Dice invece ben altra cosa, cioè che questa sicurezza dovrebbe essere garantita dalla Regione che nell’ambito del Servizio Difesa del Suolo esercita già dette competenze mediante l’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile. L’inutilità dell’Ente deriva dalla sovrapposizione delle competenze, peraltro esercitate con esubero di risorse personali e finanziarie, a carico dei cittadini. La sicurezza è un bisogno ineludibile e come tale deve essere garantito dalla fiscalità generale. Se invece il Consorzio fornisce servizi che avvantaggiano la singola proprietà, è a quella che deve imporre il proprio contributo, dimostrane l’efficacia, come prevede la legge e le svariate sentenze dalla Cassazione.

Quando ai benefici che il Consorzio produrrebbe sul territorio in virtù dei finanziamenti intercettati a livello regionale, nazionale o dal PNRR ricordiamo che non basta spendere, ma occorre spendere BENE. Se le risorse vengono impiegate per la progettazione di invasi irrealizzabili come quelli sul Nure o per traverse sul fiume Trebbia come quello del Rio Villano, bocciata da tutti gli Enti che ne hanno valutato la previsione forse bisognerebbe porsi delle domande. Evidentemente c’è chi è più interessato a “far girare l’economia” che ad affrontare in modo sostenibile e condiviso le gravi sfide che il futuro ci sta drammaticamente prospettando.

Infine è indispensabile soffermare l’attenzione sul meccanismo elettorale per censo del Consorzio. A prescindere dall’ostinazione – comprensibile anche se ingiustificata – con cui il Consorzio e la Regione si oppongono al voto telematico (i cui benefici effetti partecipativi si sono riscontrati nella raccolta di firme in occasione dei referendum) forse pochi sanno che 10 consiglieri su 20 vengono eletti dalla sezione 3 e 4 dei grandi contribuenti e proprietari di terreni e di case. In pratica nelle elezioni del 2015, sul totale di 129.266 aventi diritto al voto quelli espressi dalla sezioni 1 e 2, quelle dei piccoli contribuenti sono stati 990 (una vera e propria inezia!) che hanno espresso 10 consiglieri. Gli altri 10 consiglieri sono stati eletti nella sezione 3 e 4 solo da 169 voti, praticamente una nullità. I 5 consiglieri della sezione 4 sono stati espressi da 38 voti, praticamente, 7,6 voti per consigliere, una sorta di voto “ad personam”…Riteniamo che questo sistema elettorale “medioevale” debba essere assolutamente modificato per renderlo più equilibrato e rispondente alla necessità di rappresentanza e di governo più giusta e rispettosa dei principi democratici.

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