S. Chiara, a dicembre il progetto per studenti e persone fragili “Spazio aperto alla città”

La risposta a due domande sociali, quella di alloggi per studenti delle nostre università e la soluzione residenziale al tema del “dopo di noi”, per riempire uno spazio urbano da troppo tempo separato dal resto della città. Ma non sarà un semplice accostamento di strutture e bisogni, dovrà essere “un’esplosione di opportunità da armonizzare” e anche un’esperienza di innovazione sociale aperta a tutta la comunità piacentina.

Monastero Santa Chiara

Il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi traccia la “road map” per la presentazione del progetto di riqualificazione del Monastero di Santa Chiara deciso dalla nuova governance dell’ente. “Un progetto che vale 20 milioni di euro – viene spiegato – tra risorse dirette e interventi indiretti, ma l’investimento verrà realizzato da un soggetto istituzionale e la Fondazione ne conserverà la titolarità e la regia”. Accanto all’ampliamento della dotazione di alloggi riservati alla popolazione studentesca piacentina, in crescita con l’arrivo della facoltà di Medicina, il progetto targato Fondazione si propone di offrire una risposta adeguata all’esigenza di tante famiglie con persone disabili di un percorso di autonomia e di residenzialità anche nell’età più matura e nella vecchiaia, il cosiddetto “dopo di noi”. Un tema caro anche alla cooperazione sociale e che non ha ancora trovato soluzioni concrete.

Monastero Santa Chiara

Il complesso di Santa Chiara è composto un fabbricato che affonda le sue origini nel 1229, quando i Francescani ne occuparono per primi l’area. Nel 1336 vi si insediarono le suore di Santa Chiara. Maria Luigia D’Austria nel 1845 sancì la nascita di un Pio Ritiro per l’accoglienza di religiose o donne in situazione di disagio. Agli inizi del Novecento vi studiavano ragazze tra i 7 e i 14 anni. Nel 1947 arrivarono i Saveriani, che vi restarono sino al 2002. Nel 2004 il complesso venne acquistato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Nel 2014 si comincia a ragionare come riutilizzare una porzione di città sostanzialmente abbandonata immersa nel centro storico. Fino ai nostri giorni, con la sterzata rispetto all’ipotesi di operazioni di natura più immobiliare, compiuta dai nuovi vertici Fondazione. A dimostrare lo stato di abbandono totale dell’ex monastero e la necessità di accelerarne il recupero, il crollo di una parete della vecchia chiesa avvenuto domenica 26 settembre, documentato da una residente della zona. I nuovi edifici dovranno essere ricostruiti secondo le indicazioni della Soprintendenza, con il rispetto filologico di alcune delle attuali strutture presenti.

“Stiamo facendo un percorso rigoroso – afferma Reggi – per redigere il progetto esecutivo del complesso rinnovato. Per questo stiamo raccogliendo i bisogni per gli alloggi destinati agli studenti dell’Alta Formazione, le università e il Conservatorio, e abbiamo avviato un’interlocuzione con l’amministrazione comunale sulle esigenze delle persone fragili per le residenze del ‘dopo di noi’. A questi temi si aggiunge quello dei servizi, perchè il nuovo spazio dovrà aprirsi alla città, non chiudersi. Questo sarà il suo valore aggiunto: la convivenza e la cooperazione di studenti, persone fragili e città”. Il progetto verrà presentato a dicembre attraverso modalità assai particolari, ma le anticipazioni finiscono qui. (sotto la planimetria del nuovo complesso secondo il progetto redatto finora).

progetto Santa Chiara

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