Chiaroscuro, il poema autobiografico dell’oncologo Balducci a Palazzo Galli

Un viaggio interiore alla ricerca della propria identità. E’ quello percorso da Lodovico Balducci con il poema autobiografico “Chiaroscuro” (Aletti editore), presentato a Palazzo Galli, Sala Panini (secondo appuntamento dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza), dall’autore in dialogo con Mauro Gandolfini, presidente dell’Ordine provinciale dei medici, che ha sottolineato come questa «identità, dalla lettura del libro, molto piacevole, si capisce che è stata trovata».

Il prof. Balducci è nato a Borgonovo Valtidone dove i genitori – due insegnanti di lettere: il padre, preside del Liceo Classico di Rimini, ebbe Fellini come studente e per un periodo insegnò anche al Gioia – si trasferirono dalla città romagnola durante la seconda guerra mondiale (a Borgonovo Balducci aveva i nonni e le zie materne; il nonno era il veterinario condotto e portava con sé il nipote nelle cascine, prima sul barroccio, poi su una Balilla di seconda mano). Finito il conflitto il ritorno a Rimini, il diploma al Classico e la decisione di frequentare Medicina a Roma («un indirizzo di studi attraverso il quale ho scoperto la sofferenza e che mi ha permesso di incontrare l’umanità, mentre considero la letteratura un rifugio dalla sofferenza umana»). A quattro anni dalla laurea, nel 1972, la decisione di trasferirsi prima in Canada e poi negli Stati Uniti, dove tuttora vive («in quel momento in Italia ero infelice perché depresso, avevo bisogno di cambiare ambiente»), e dove è diventato il padre dell’oncologia geriatrica dirigendone il primo programma nel mondo al Moffitt Cancer Center di Tampa, Florida. Il prof. Balducci – tra le altre cose, è stato ordinario di Scienze oncologiche e Medicina alla University of South Florida College of Medicine – ha pubblicato i primi libri di testo di oncologia ed ematologia geriatrica e ha tenuto seminari e conferenze in tutti i continenti.

Gli interessi letterari, però, non sono mai scemati e con la pensione sono prepotentemente riaffiorati. Il risultato è in questo libro che racconta in versi, suddivisi in canti, i ricordi piacentini (sottolineati dalle foto della Fiera del bestiame di Borgonovo, della Cappellina della Madonna del fosso, della pesa del ponte del Rio) e riminesi. «Per spiegare il significato del titolo – ha detto il prof. Balducci rispondendo alle domande del dott. Gandolfini, che ha condotto l’incontro – mi piace citare una frase del Nobel Marguerite Yourcenar: “Nel buio siamo più chiaroveggenti perché i nostri occhi non ci ingannano”. Nell’ombra abbiamo la visione delle nostre contraddizioni. Con questo volume le ho tirate fuori esorcizzando così molte cose che mi avevano impedito di partecipare alla vita, dove ogni situazione è un’occasione». «In Chiaroscuro – ha proseguito il prof. Balducci – c’è l’incontro tra la vita e la sopravvivenza: la perdita della Fede come patrimonio culturale ci ha portato al perseguimento della sopravvivenza senza sapere perché vogliamo sopravvivere. La sopravvivenza separata dalla ragione di vivere può portare alla disperazione».

L’autore ha avuto parole di ringraziamento per la moglie Claudia Beghé (oncologa anche lei, presente alla serata), con la quale festeggia quest’anno i 50 anni di matrimonio: «Senza di lei – ha confessato il prof. Balducci, che ha ricevuto in dono una pubblicazione della Banca – non avrei mai resistito all’esperienza americana».

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