Da inizio anno a Piacenza 7 decessi sul lavoro: è maglia nera in Regione per rischio di mortalità

Da gennaio ad agosto 2021 a Piacenza si sono verificate 7 morti sul lavoro (31esima città in Italia). Un dato assoluto che assume contorni più preoccupanti se si indaga l’incidenza di infortuni mortali sul numero degli occupati (55,1 su 127.0002): in questo caso, infatti, la nostra città detiene il primato in Regione ed è decima a livello nazionale.

A dirlo è l’ultimo report diffuso dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, con la mappatura delle morti sul lavoro nelle province italiane relativa ai primi 8 mesi del 2021. Il dossier è stato elaborato a partire dai dati ufficiali Inail e sono considerati solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con esclusione quindi di quelli in itinere. Più nello specifico, con il dato dell’incidenza di mortalità, lo studio intende far emergere il rischio di morte rispetto alla popolazione lavorativa. In questo caso la maglia nera spetta a Campobasso che rispetto ad un indice di incidenza medio di 27,1 (Im=Indice incidenza medio pari a 27,1 morti ogni milione di lavoratori) fa registrare un dato che è più di quattro volte superiore: 119,9. Seguono: Isernia (98), Ascoli Piceno (87,7), Pescara (75,1), Caserta (64,6), Verbano Cusio Ossola (63,1), Ragusa (62,1), Lecce (58,3), Aosta (55,6), Piacenza (55,1), Alessandria (55), Taranto (53,9), L’Aquila (53,4), Benevento (52,6), Vibo Valentia (52,4).

“Si tratta di una rilevazione preziosa – spiega il Presidente dell’Osservatorio mestrino Mauro Rossato – perché consente di definire profondamente forme e contenuti del dramma delle morti sul lavoro. Fornisce, infatti, un reale e concreto indice di rischio di infortunio mortale rispetto alla popolazione lavorativa. E così ad indossare la maglia nera non sono più le province che dominano la classifica dei numeri assoluti. Ma sono altre. Quelle che, nonostante il minor numero di vittime, si rivelano invece essere quelle in cui il rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa risulta essere più elevato. Come a suggerire che in queste province si potrebbe intervenire in modo maggiormente efficace sul fronte della sicurezza sul lavoro, della prevenzione e della formazione”.

I NUMERI ASSOLUTI – Secondo quanto rileva l’Osservatorio, in Italia il totale degli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro da gennaio ad agosto 2021 è di 620 vittime. Ed è la capitale – Roma – a far rilevare il dato peggiore con 39 vittime (8 vittime in più dello scorso anno). Seguono: Napoli (32, dato invariato rispetto al 2020), Torino (24 – erano 26), Brescia (20 – erano 30), Milano (20 – erano 32), Bari (17 – erano 12), Caserta (16 – sono dieci vittime in più rispetto al 2020), Salerno (16 – erano 10 a fine agosto del 2020); Bologna (15 – erano 9), Lecce (13- erano 5); (Cuneo 12 – erano 11), Perugia (11 – erano 6), Verona (11 – erano 12), Bergamo (10 – erano 37 a fine agosto 2020).

I dati completi sono disponibili sul sito vegaengineering.com/osservatorio “I numeri definiscono nel dettaglio l’emergenza morti bianche nel Paese – sottolinea Mauro Rossato – e ancor più lo fanno le variazioni rispetto all’anno precedente. Significativi, in tal senso, risultano essere gli incrementi degli infortuni mortali delle province di Roma, Bari, Caserta e Lecce. Così come i decrementi di Bergamo – 27 vittime in meno del 2020), di Brescia e di Milano”.

“METTERE FINE ALLA PIAGA DEGLI INCIDENTI SUL LAVORO” – Maggiore prevenzione contro gli incidenti sul lavoro. A chiederlo, in un’interrogazione, è il consigliere regionale piacentino Giancarlo Tagliaferri (Fdi), che si concentra in primo luogo sulla provincia di Piacenza, sottolineando come “i dati relativi agli infortuni sul lavoro registrati da gennaio ad agosto 2021 a Piacenza certificano 7 morti sul lavoro, collocando Piacenza al 31° posto in Italia. Un dato assoluto che assume contorni più preoccupanti se si valuta l’incidenza degli infortuni mortali sul numero degli occupati (55,1 su 127.000): in questo caso, infatti, Piacenza detiene il primato in Regione ed è decima a livello nazionale”. Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla Regione di “rafforzare le politiche e gli interventi finalizzati alla prevenzione, alla formazione, all’informazione e alla responsabilizzazione in materia di sicurezza sul lavoro e prevedere incentivi per le iniziative di formazione promosse dalle imprese”.

All’amministrazione regionale, inoltre, Tagliaferri chiede “di promuovere l’incremento dei livelli di qualità dell’organizzazione aziendale, nel quadro dei processi di innovazione legati anche alla transizione ecologica e digitale, sfruttandone le potenzialità in termini di creazione delle condizioni per un lavoro sicuro e di qualità, anche grazie alle opportunità offerte in termini di prevenzione degli incidenti dalla diffusione delle nuove tecnologie, nella consapevolezza che una reale transizione ecologica deve essere necessariamente integrale e capace di porre al centro delle innovazioni organizzative e produttive il lavoratore”. Il consigliere, infine, chiede alla Giunta “di prevedere una nuova funzione di vigilanza collaborativa del personale sanitario di Inail, anche al fine di garantire alle imprese il supporto formativo nell’attività di prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro”.

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