Monica Patelli rompe il “monopolio” del centrodestra in Val Tidone “Il nostro segreto? Ascolto e partecipazione”

“Molto felice ma ancora un po’ incredula”. Il giorno dopo Monica Patelli ancora si deve calare nel nuovo ruolo che le spetta: primo sindaco donna di Borgonovo, candidata capace di rompere il “monopolio” territoriale del centrodestra sull’intera vallata. Terra speciale la Val Tidone, propaggine più occidentale dell’Emilia Romagna, fino agli anni ’90 dominata dalla sinistra di governo che ha ceduto uno dopo l’altro tutti i comuni, da Castelsangiovanni a Pecorara (oggi Alta Val Tidone). Qui c’è un quadro sociale che negli ultimi decenni si è trasformato profondamente, con le più alte percentuali di cittadini stranieri residenti dell’intera Regione, con la densità di popolazione studentesca non italiana più alta d’Italia. L’integrazione qui si costruisce giorno dopo giorno, nei fatti e nel lavoro. (nella foto sopra Monica Patelli col sindaco uscente Pietro Mazzocchi)

Come ti senti il giorno dopo la vittoria? Un po’ incredula ma molto felice, perché il nostro progetto è arrivato e le persone hanno creduto in quello che abbiamo proposto, nonostante fossimo un gruppo nuovo con proposte nuove.

La vostra campagna elettorale tutto sommato è stata molto breve, non sei certo partita con grande anticipo… Il nostro percorso in realtà è iniziato diversi mesi fa. E’ stata una cosa in divenire con un primo gruppo nato lo scorso autunno con cui abbiamo organizzato diversi incontri da remoto. Successivamente, quando è stato di nuovo possibile, abbiamo iniziato ad organizzare incontri tematici in presenza, invitando la gente del paese. Grazie a queste occasioni di incontro siamo riusciti a raccogliere idee e proposte dei cittadini per una Borgonovo nuova.

Hai insistito molto sul tema dell’ascolto, adesso che sei sindaco devi proporre soluzioni? Certo, ma rivendico la campagna di ascolto anche attraverso strumenti semplici come le cartoline da compilare. Abbiamo costruito il nostro programma sulle idee delle persone che hanno manifestato i loro bisogni. L’ascolto deve essere una costante, poi ovviamente il sindaco insieme alla sua squadra realizzerà i progetti proposti, e quelli non sono mancati da parte nostra”.

Hai già in mente le persone della tua giunta? Questo è un argomento che abbiamo volutamente rimandato a dopo la vittoria, non ci sono state spartizioni per le poltrone e ci siamo detti chiaramente che ognuno di noi doveva lavorare per arrivarci. Sicuramente entreremo nel vivo della questione tra qualche giorno, ma la squadra si è già dimostrata molto equilibrata e non ho grandi paure.

Sei la prima donna sindaco di Borgonovo e sei stata anche la prima a scardinare una situazione di monopolio di centrodestra in Valtidone, credi che questo risultato possa cambiare qualcosa per l’intera valle? Ci tengo a sottolineare il carattere civico del nostro progetto, siamo stati sostenuti dal Pd ma il nostro nasce come progetto civico. Certo, un progetto di rottura rispetto al passato e alle amministrazioni di centrodestra. Credo che la nostra esperienza possa portarsi dietro nuove opportunità per il nostro territorio che potrebbero ricadere qui dagli enti superiori, dalla Regione, dai Ministeri e grazie ai fondi europei. Credo in un’ottica meno provinciale e sulla necessità di fare rete con i comuni limitrofi, indipendentemente dal colore politico.

Il prossimo anno si voterà anche a Piacenza, secondo te il modello Borgonovo può essere esportato? Credo che le persone si stiano allontanando dalla politica dei partiti, bisogna riavvicinare le persone e per fare questo occorre voler bene al proprio paese, ascoltando e coinvolgendo. Il nostro punto di forza è stato senz’altro quello di andare oltre a colori e bandiere, ragionando sul bene comune, penso che Borgonovo aveva proprio bisogno di questo. A Piacenza servono gli stessi ingredienti: conoscere i bisogni e voler bene al proprio paese.

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