Riforma appalti pubblici, Cna “Suddivisione in lotti e meno burocrazia”

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Torna d’attualità il tema della riforma degli appalti pubblici, evidenziato dai principi delle più recenti direttive comunitarie indirizzate agli stati membri dal’Unione Europea. Una riforma più che mai urgente secondo CNA che, proprio in questi giorni, ha presentato alcune proposte concrete, sulle base delle normative europee, alla Commissione Lavori Pubblici del Senato.

“L’Europa – sottolinea il Presidente provinciale di CNA, Giovanni Rivaroli – chiede anche al nostro Paese, per la disciplina degli appalti pubblici, un maggiore ed effettivo coinvolgimento delle piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura del sistema produttivo italiano. Piccole e medie imprese a cui, attualmente, è riservato soltanto il 17% del mercato degli appalti pubblici mentre l’83% è appannaggio del restante 4%. Nell’attuale testo della legge-delega, tuttavia, non c’è alcun riferimento al principio comunitario di favorire l’accesso alle PMI”. La mancanza di riferimento alle piccole e medie imprese nel nuovo impianto normativo non è l’unica lacuna che, secondo CNA, il governo dovrebbe colmare. Altre direttive comunitarie in tema di appalti pubblici, infatti, non sembrano essere state recepite dall’esecutivo per la stesura della legge-delega attualmente in fase di preparazione.

“E’ necessario – prosegue Rivaroli – individuare soluzioni normative per rendere obbligatorio, come prescrive l’Unione Europea, la suddivisione degli appalti in lotti. La nuova disciplina, inoltre, dovrebbe favorire le aggregazioni tra operatori economici, semplificare le procedure e ridurre gli oneri a carico delle imprese. Il punto su cui già da tempo anche CNA Piacenza sta insistendo, tuttavia, riguarda la premialità territoriale come plus di punteggio nelle gare. Un meccanismo che non andrebbe assolutamente a ledere la costituzionalità delle gare. Non si tratterebbe, infatti, di favorire in alcun modo le aziende dei territori, ma di premiarle con l’assegnazione degli appalti in caso di parità di punteggi con aziende di altre province. In caso un’azienda locale si dimostri di pari qualità, sarebbe giusto e doveroso premiare la sua radicazione al territorio. Si tratta di un principio già collaudato e utilizzato da altri Paesi, che ha appunto l’obiettivo di far crescere le comunità e di portare benefici al tessuto economico-sociale dei territori. Si potrebbe anche pensare a una misura transitoria, con uno scenario temporale definito, che risulterebbe di grande aiuto proprio in questo momento in cui il nostro Paese sta vivendo un’importante fase di ripresa”.

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