Tanti alunni stranieri sono una fortuna, ma mancano i mediatori culturali

Una scuola sempre più multietnica è quella fotografata dagli ultimi dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico 2019-2020 su studenti e studentesse con cittadinanza non italiana nel nostro paese: così abbiamo letto sui quotidiani nazionali. L’annuale report del Ministero, infatti, ci dice che gli alunni stranieri presenti nelle classi italiane sono stati circa 877.000 su un totale di 8.484.000, ovvero il 10,3% del totale. E’ chiaro che l’argomento è molto interessante e a livello mediatico cattura l’attenzione, ma è doveroso fare alcune precisazioni e soprattutto alcune domande.

La prima: è davvero così in crescita la presenza degli alunni stranieri nel nostro paese? In realtà no, anzi, nonostante la recente attenzione dei media, negli ultimi anni la crescita numerica ha subito un forte rallentamento, l’aumento c’è ma la situazione descritta dal report di poco si discosta in percentuale da quella dell’anno precedente ed è nettamente più lenta se la si confronta con quella registrata dieci anni fa. La seconda: quanti di questi sono stranieri di prima generazione (cioè bambini nati all’estero)? Guardando i dati MI ci accorgiamo che di questo totale di cosiddetti stranieri, ogni anno la quota più consistente, solitamente intorno al 60 % è rappresentata da stranieri di seconda generazione cioè alunni nati in Italia da genitori stranieri. Rispondendo a queste domande abbiamo chiarito il quadro nazionale.

Ma qual è la situazione nella nostra città? Piacenza, come abbiamo letto qualche settimana fa, ha un primato regionale: la presenza di alunni che non hanno cittadinanza italiana è del 30,1 per cento, contro il 19,6 per cento di Modena, che è la prima provincia presente alle spalle di Piacenza. Considerando che la regione Emilia Romagna è solitamente con la Lombardia una delle regioni con più alunni stranieri a livello nazionale, sicuramente qui la notizia c’è ed è importante comunicarla. La nostra provincia vive quindi sicuramente e realmente un contesto multiculturale e – da insegnante – mi sento di dire che è una enorme fortuna. I bambini (perché è alla primaria che si trova il numero più alto di stranieri) della provincia di Piacenza hanno hanno la possibilità di crescere con la mente aperta ad altre culture e sono pronti per la positiva contaminazione: quella contaminazione che non ti fa perdere le radici ma che ti spalanca alla diversità come ricchezza. Gli insegnanti della scuola primaria poi – non me ne vogliano quelli degli altri cicli – hanno certamente tutto sotto controllo, sono maestri di inclusione, abituati da anni a stilare piani personalizzati e ad avere un progetto di apprendimento in testa per ognuno dei propri alunni. Credo tuttavia che non si possa sperare che gli insegnanti e le loro scuole si facciano carico dalla maggior parte del lavoro sempre…sarà che sogno un mondo senza muri e con eserciti ma di mediatori culturali nelle scuole. Enti locali, ora aspettiamo un piano che rafforzi la vostra presenza, già attiva, al nostro fianco…che sono certa arriverà.

Valeria Razzini 
Insegnante di scuola primaria esperta di inclusione, ideatrice della pagina social “Matematica in gioco“, è autrice di libri didattici per Edizioni Erickson e collabora con Rizzoli Education. 

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