Le Rubriche di PiacenzaSera - Cooperazione

A Piacenza 43 coop sociali con 1600 lavoratori “Pronti a dare il nostro contributo”

È con Felice Scalvini, avvocato e uno dei padri nobili della cooperazione sociale italiana, già presidente nazionale di Federsolidarietà e del Consorzio Gino Mattarelli, che Confcooperative Piacenza ha organizzato, nei giorni scorsi, una giornata di studi presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per celebrare il trentennale della legge che ha istituito le cooperative sociali. La presenza di Scalvini è stata occasione per condividere i principi ispiratori ed il percorso compiuto negli ultimi decenni assieme ai cooperatori di ieri e di oggi, unitamente agli altri attori del terzo settore e agli interlocutori pubblici e privati di questo ambito sociale.

L’anniversario della legge, l’atto di promulgazione della 381/1991 riporta la data dell’8 novembre 1991, ha rappresentato un’occasione per ripercorrere la storia, impegnativa ed entusiasmante, di questa esperienza, tracciando un bilancio di un fenomeno ancora oggi innovativo (e che tante innovazioni ha introdotto nel modo di fare impresa e nei sistemi territoriali di supporto alle famiglie e alle persone), ma soprattutto lanciando uno sguardo al futuro e al contributo che la cooperazione sociale, coerentemente alla propria tensione al bene comune, è chiamata a portare nella stagione di grandi trasformazioni che attende il Paese.

“L’incontro con Scalvini, – ha dichiarato il Presidente di Federsolidarietà Piacenza Pier Angelo Solenghi, che ha moderato i lavori – ha rappresentato anche un momento formativo per i nostri nuovi cooperatori sociali, per coloro che si stanno approcciando al difficile incarico di amministratore di cooperativa e per tutti i soci e i lavoratori che operano nella cooperazione. Questo fenomeno coinvolge a Piacenza 43 cooperative aderenti a Confcooperative che danno occupazione a più di 1600 persone, di cui 180 in situazione di svantaggio. Come cooperazione siamo pronti a dare il nostro contributo alla ripartenza sociale del Paese anche attraverso gli strumenti partecipativi recentemente introdotti.”

Secondo Scalvini la legge ha dato un riconoscimento formale ad un fenomeno già esistente, quello della cooperazione sociale, ovvero un tipo di impresa privata ma con finalità pubbliche, che nel nostro Paese ha di fatto inventato il welfare. Il vero cuore dell’incontro, al di là dell’excursus fatto sugli ultimi 30 anni, è stata però la visione sul futuro. “Occorre continuamente studiare i dati ed i fenomeni della società” – ha spiegato il relatore – che poi ha posto l’accento sulla riforma, a livello normativo, del terzo settore. “Oggi – ha concluso Scalvini – abbiamo quello che è mancato in questi trent’anni; la coprogrammazione e la coprogettazione, ovvero il riconoscimento della sussidiarietà come strumento per rispondere ai bisogni della società, in cui pubblica amministrazione e privato sociale procedono fianco a fianco con un fine comune. Si tratta di uno strumento potente che dobbiamo imparare ad usare, perfezionandolo”.

Ai lavori della giornata hanno contribuito gli interventi di alcuni cooperatori piacentini, fra questi Carolina SoldatiStefano Borotti, e il presidente di Confcooperative Daniel Negri, oltre a Don Mauro Stabellini che è stato un protagonista degli albori di questo fenomeno. Hanno infine portato il loro saluto l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Piacenza Federica Sgorbati, che ha ringraziato le cooperative sociali per il grande contributo fornito durante la pandemia, e il presidente della Fondazione ospite dell’iniziativa Roberto Reggi. 

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