Alternativa per Piacenza, al tavolo politico primo confronto sulla candidatura

Si è discusso finalmente di candidature al tavolo politico della coalizione di centrosinistra, ma non c’è ancora un’indicazione unitaria. E’ entrato nell’argomento clou il gruppo dei rappresentanti dei partiti e delle forze associative di Alternativa per Piacenza, nella riunione di mercoledì sera che precede la tradizionale plenaria del giovedì. Sul tavolo diversi nomi per la corsa da candidato a sindaco di Piacenza e soprattutto un nodo politico-strategico: il rapporto tra il Partito Democratico, forza più rappresentativa, e gli alleati e le altre forze esterne al mondo dei partiti. Con la consapevolezza che il percorso portato avanti sin qui ha connotati in parte inediti, segnati da una partecipazione comunque significativa e dalla trasparenza.

La volontà comune emersa al tavolo politico è quella di non rinviare oltre la fine del 2021 la scelta del portacolori del centrosinistra, ma non è neppure escluso che, in assenza di un’indicazione condivisa almeno dalla parte maggioritaria dello schieramento attuale, si possa arrivare allo sbocco di elezioni primarie di coalizione. Il tavolo ha cominciato a predere in esame alcuni dei profili tra quelli emersi finora, ma si attende ancora la conclusione del percorso interno avviato da Pd per capire se ci sarà una proposta di candidatura targata dem. In sintesi, se al posto dell’attuale rosa piuttosto ampia cinque nomi di personalità disponibili a candidarsi (Katia Tarasconi, Stefano Cugini, Paola Gazzolo, Christian Fiazza, Marco Bergonzi) si arriverà a una candidatura unica o al massimo a una coppia di personalità da sottoporre alla coalizione. A questo nome – o a questi nomi – al tavolo della coalizione potrebbero allora affiancarsi le altre opzioni esterne al Pd, candidature di area o di estrazione civica, come quella del medico Stefania Calza, circolata nei giorni scorsi.

A quel punto si dovrà decidere se ci sono le condizioni per convergere in maniera unitaria su un solo nome o prendere atto della presenza di più candidati. In quest’ultima ipotesi si potrebbe aprire anche la strada per elezioni primarie. Che sarebbero anche la modalità per mobilitare l’elettorato di centrosinistra e offrire al futuro portacolori una legittimazione popolare.

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