“Entro il 2022 avvio smantellamento reattore della centrale di Caorso”

Proseguono le attività di decommissiong della centrale di Caorso. Entro il 2022 sarà avviata la delicata fase di smantellamento dell’edificio reattore dell’impanto. A fare il punto rispetto allo smantellamento affidato a Sogin, è stata Viviana Cruciani, da maggio 2021 responsabile disattivazione della centrale.

Caorso direttrice centrale Vivian Cruciani

Nel sito in provincia di Piacenza, “sono in corso numerose attività, tutte nel rispetto dei programmi – spiega Cruciani -. Il trasferimento dei rifiuti radioattivi (resine e fanghi) a Bohunice in Slovacchia prosegue. Al momento sono stati trasferiti 4706 dei 5800 fusti previsti. Prevediamo di completare i trasporti nei primi mesi dell’anno prossimo. In tal modo verranno liberati i tre depositi temporeanei, per continuare le opere di adeguamento”. L’incenerimento e il condizionamento di questi materiali consentirà una riduzione del loro volume pari al 90%, una volta trattati torneranno a Caorso in attesa del conferimento nel deposito nazionale ancora in via di definizione. Sono invece in procinto di essere completati – tra la fine dell’anno in corso e l’inizio del prossimo – i lavori nel deposito temporaneo ERSBA2, in anticipo rispetto al cronoprogramma.

Il 2022 sarà un anno importante per la centrale di Piacenza, con l’avvio dello smantellamento del reattore. Per poter procedere, ricorda Cruciani, verrà prima completata la realizzazione della waste route, “il collegamento tra l’edificio reattore e l’edificio turbina, necessario per poter consentire lo spostamento dei componenti del reattore nel secondo edificio, per il loro trattamento e decontaminazione, con la realizzazione di un’area di stoccaggio temporaneo e di trattamento rifiuti”. Passaggi importanti per arrivare entro il 2031 al brown field per la centrale di Caorso, ossia con la conclusione dello smantellamento degli impianti e lo stoccaggio in loco dei rifiuti.

Un’esperienza destinata a fare scuola: proprio in questi giorni nell’impianto piacentino sono ospitati tecnici provenienti da tutto il mondo, per partecipare al meeting promosso da Iaea, agenzia dell’Onu per l’uso pacifico dell’energia nucleare, come ha spiegato Francesco Troiani, direttore sviluppo business e innovazione tecnologica di Sogin.  “L’attività di decommissioning è complessa – ha detto – e l’Italia è stata tra le prime a partire nel mondo, rappresenta un prototipo in questo campo”. Per questo motivo Sogin è stata scelta come centro di collaborazione da Iaea. “L’obiettivo è di trasferire competenze e acquisirne di nuove, creando network – dice Troiani – a livello mondiale”.

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