“La logistica non fa per Gossolengo, che ha bisogno di più servizi per i cittadini”

Riceviamo e pubblichiamo il contributo della consigliera comunale di minoranza di Gossolengo Elisabetta Rapetti (Insieme per Gossolengo) sul tema di nuovi insediamenti logistici, ed in particolare della proposta di cui sta discutendo nelle ultime settimane nel suo Comune

Prendo come spunto il nuovo insediamento industriale proposto dall’attuale amministrazione di Gossolengo per dare un mio personale contributo sull’argomento. Ho notato che i miei concittadini sulla vicenda sono confusi e non sanno cosa pensare. Da una parte si parla di cementificazione con traffico ed inquinamento, dall’altra si parla di nuovi posti di lavoro e risorse economiche a vantaggio del paese. Come Consigliere Comunale di minoranza sto facendo con i colleghi di Insieme per Gossolengo una “battaglia politica” per revocare gli atti che ne autorizzano la realizzazione. Conosco bene il problema logistica, poiché nella vita sono impiegata da trent’anni in una delle più grandi cooperative piacentine che fornisce personale anche ad aziende di logistica. Non ho paura di affermare che la logistica è una enorme ricchezza per la nostra città, strategicamente collocata al centro di uno snodo autostradale-ferroviario di fondamentale importanza, per l’Italia e per l’Europa. Per questo motivo Piacenza è la sede da più di vent’anni di prestigiose aziende internazionali, che hanno portato risorse ed occupazione, alzando lo standard lavorativo e qualificando allo stesso tempo anche il servizio offerto dalle coop stesse. Tutto l’indotto, per chi ne ha colto l’opportunità, ne ha tratto beneficio. Ma politicamente la logistica è ancora motivo di scontro ideologico, tale da creare due forti correnti di pensiero, tra sostenitori e detrattori.

Non entro nel pericoloso terreno delle normative locali e leggi regionali che in teoria ne regolamenterebbero l’insediamento, perchè in tutti questi anni ed ancora oggi , prevale la speculazione a discapito del territorio. La legge regionale molto criticata ha previsto un periodo di adeguamento per redigere i nuovi piani comunali attraverso cui consumare fino al 3% del cosidetto “territorio urbanizzato”, calcolato al 1 gennaio 2018. Nel triennio transitorio che si sta per concludere il prossimo 31/12/2021 si sarebbero dovute completare le previsioni espansive inserite nei piani precedenti, che dopo il 31/12 decadranno definitivamente. Da uno studio del settore comparso sul Fatto Quotidiano è emerso che in questi tre anni si è già consumato il 20% di un obiettivo di consumo di suolo fissato in trent’anni, con la tendenza ad eliminare aree verdi vincolate per edificare in modo indiscriminato. E’ anche quello che sta succedendo a Gossolengo. Le nuove generazioni di amministratori devono avere coraggio di dare una svolta a favore dell’ambiente e della qualità della vita e fermare tutto ciò che non è in equilibrio ed in armonia col territorio. Siamo tutti molto più consapevoli del fatto che la logistica è possibile, ma va autorizzata “governandone” lo sviluppo. Le multinazionali portano lavoro e risorse. Attraverso una sinergia tra gli attori in questione è possibile l’insediamento in aree congeniali, periferiche , lontane dai centri abitati, in prossimità delle autostrade , ma soprattutto utilizzando tutte le strategie ed i dispositivi che riducono l’inquinamento. Penso al mondo dell’elettrico e del digitale che da qualche anno sta rivoluzionando in silenzio il variegato pianeta lavoro.

Ma arriviamo a Gossolengo. Non esiste che a pochi giorni dal 2022 si autorizzino insediamenti impattanti in prossimità di vallate turistiche o nei pressi del centro abitato. Il nostro paese ha bisogno di ciclabili, strade e marciapiedi, strutture sportive, servizi a misura di uomo e soprattutto di bambino. Sicuramente non ha bisogno di traffico ed inquinamento a Km zero. Quindi è ora che gli amministratori dicano di no a queste operazioni ed utilizzino bandi e strumenti amministrativi che gli enti locali possiedono. Le risorse promesse sono troppo poche se rapportate ai danni permanenti ed irrecuperabili alla propria comunità.

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