No alla logistica a Gossolengo, raccolte quasi 2500 firme

“Noi non cerchiamo compromessi o mitigazioni: questo piano è totalmente fuori luogo, devastante nelle dimensioni e nelle attività che andrebbe ad accogliere”.

Non usa giri di parole Alberto Bettinardi, segretario del “Comitato Regina”, il gruppo di cittadini nato a Gossolengo per contrastare la realizzazione di un nuovo insediamento produttivo che di fatto – con una lottizzazione prevista di 150 mila metri quadrati complessivi in cui realizzare capannoni di 14 metri di altezza – costituirebbe un vero e proprio polo logistico, a poca distanza dalle abitazioni del paese. Questa sera, 9 novembre, il sindaco di Gossolengo Andrea Balestrieri ha organizzato una conferenza stampa per provare ad intavolare una discussione con la cittadinanza sul progetto. Ma il Comitato non pare aperto a nessuna mediazione. “Cosa potremmo chiedere? Una fila di alberi in più? – commenta sconsolato Bettinardi -. Per noi l’unica soluzione è il ritiro del piano, per poi, eventualmente, sederci a un tavolo e dare un contributo per l’estensione del nuovo Pug (Piano Urbanistico Generale, ndr) che entrerà in vigore l’anno prossimo con norme molto più stringenti sul consumo di suolo”. “Dal sindaco ci aspettiamo delle aperture in tal senso – aggiunge Bettinardi -, non c’è altro modo. Ciò che ci preme sottolineare è che noi non vogliamo mettere all’angolo un avversario, ma semplicemente che si apra un vero spazio di riflessione”.

Il Comitato ha lanciato una raccolta firme per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica intorno alla delicata questione, arrivata a 2426 sottoscrizioni. Intanto si provano anche ad immaginare strade alternative per il tessuto produttivo di Gossolengo. “Partiamo dalla premessa che il consumo di suolo deve essere fermato, perché ormai siamo al limite – afferma Bettinardi -. Nell’ex area artigianale del paese, accanto al viale principale, abbiamo una decina di capannoni dismessi che potrebbero essere riqualificati. Una proposta, ovviamente da sviluppare in maniera più strutturata, è quella di creare un polo digitale a Gossolengo. Un luogo aperto e funzionale in cui ospitare i lavoratori del mondo digitale in smart working, i quali invece di rimanere, da soli, chiusi nelle mura di casa potrebbero incontrarsi in spazi condivisi per generare nuove sinergie. Sarebbe un progetto a impatto ambientale zero e in grado di creare occupazione: le idee per uscire dal cemento e dalla logistica si possono trovare, bisogna solo fermarsi e decidere che tipo di sviluppo vogliamo dare al nostro territorio”.

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