“Sanità rischia il collasso, servono risorse e riorganizzazione dei servizi”

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“Dopo che nei giorni scorsi l’Assessore Donini, portavoce degli Assessori alla Salute di tutto il Paese, ha rappresentato le difficoltà economiche nelle quali versano le casse delle Regioni in seguito alle spese sostenute per la gestione della pandemia, invocando un intervento idoneo e tempestivo da parte dello Stato, ora anche i Direttori Generali delle ASL della regione Emilia Romagna escono alla spicciolata dichiarando i buchi di bilancio. Consistenti e preoccupanti”.

Così, in una nota stampa, Ester Pasetti Segretario Regionale del sindacato medico ANAAO ASSOMED, interviene sulla questione relativa alla necessità di maggiori risorse da impiegare per la sanità. “Contestualmente – riprende Pasetti – i Medici dei Dipartimenti di Emergenza Urgenza hanno aderito il 17 novembre alla manifestazione promossa da SIMEU, per segnalare la grave condizione in cui versano i Pronto Soccorso ed il sistema del 118 a causa della ormai cronica carenza di personale qualificato. Come richiesto i Sindacati e quindi anche ANAAO si sono fatti da parte per un giorno. Ma da oggi si riparte. Un “de profundis” per la sanità italiana e della nostra Regione che rischia ormai quotidianamente il collasso, sommersa dalle richieste di prestazioni specialistiche inevase, dai tanti bisogni di salute che si riversano nei nostri ospedali. Occorre che la politica tutta si renda finalmente conto di come l’argine sostenuto con la sola forza dei professionisti che ancora non hanno abbandonato il Servizio Sanitario Nazionale non può reggere ulteriormente la pressione esercitata in modo costante da troppi anni”.

“Occorre che si mettano da parte i campanilismi e si accetti una inevitabile riorganizzazione dei servizi, come ormai da anni inascoltati stiamo chiedendo. Occorrono nuove risorse economiche e soprattutto umane e professionali. Lo Stato non ci abbandoni, la regione faccia tutto quanto in suo potere. I cittadini facciano sentire la loro voce al nostro fianco. La salute è un bene di tutti e tutti devono sentirsi in prima linea per difendere questo diritto. Un bene che deve continuare ad essere universalmente garantito. Come sempre noi ci siamo, anche se non sappiamo ancora per quanto”.

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