“Super green pass” per guariti e vaccinati, obbligo per docenti e forze dell’ordine. Le ipotesi del Governo

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I contagi in aumento – a Piacenza sono in crescita del 9% –  il timore di nuove chiusure e la necessità di preservare l’attività di interi settori produttivi in vista del Natale. Questi gli argomenti portati sul tavolo dai Governatori delle Regioni nell’incontro con il Governo tenutosi nella serata di lunedì 22 novembre. Un vertice da cui è emersa la proposta di un “super green pass”, strumento pensato per contenere da un lato la diffusione del virus e dall’altro “premiare” i vaccinati con restrizioni non generalizzate. I nodi da sciogliere sono diversi, anche se l’iter sul nuovo provvedimento dovrebbe concludersi in tempi brevi. Una prima certezza arriva sulla terza dose che “sarà possibile” fare “a cinque mesi dal completamento del primo ciclo”, come ha annunciato su twitter il ministro Speranza.

Sul “super green pass” le istanze dei Governatori sono diverse: chi lo chiede solo nelle regioni arancioni o rosse, chi vorrebbe estenderlo in maniera più rigida a tutto il territorio, a prescindere dai colori. L’idea alla base del nuovo certificato è quella di applicare maggiori restrizioni per chi non si è sottoposto al ciclo vaccinale, con corsie preferenziali per i vaccinati che potrebbero continuare a frequentare i luoghi di socializzazione, come teatri, cinema o ristoranti. A questo punto, a differenza di quanto avviene attualmente, il tampone negativo non garantirebbe l’ottenimento del “super green pass”, ma solo la vaccinazione o la guarigione dal virus. Misura che invece non riguarderebbe l’accesso ai luoghi di lavoro. “Per chi decide di non vaccinarsi – ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – è giusto garantire il diritto al lavoro ed i diritti primari, ma se una persona non si vaccina è giusto che abbia qualche restrizione in più”.

Sempre Costa, ha fatto sapere che si va quasi certamente verso l’obbligo della terza dose per alcune categorie di lavoratori, operatori sanitari in primis, ma anche docenti e forze di polizia. “Credo sarà la scelta definitiva – ha detto -, quella di prevedere l’obbligo di terza dose per tutti i cittadini per cui è previsto attualmente l’obbligo vaccinale. Credo questo sia conseguenza logica e di buon senso”.

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