“Talento e spirito di coesione” L’ultimo saluto laico a Francesco Cacciatore

La sobrietà e la severità di un funerale civile, con tante persone, molte di più di quante ne potesse contenere la “Porta del Cielo” in strada Gragnana, e il ricordo commosso di chi ha svolto un ruolo importante per la nostra comunità. L’ultimo saluto a Francesco Cacciatore, ex vicesindaco di Piacenza e dirigente dell’amministrazione provinciale, è stata l’occasione per ritrovarsi anche intorno a un’idea di politica. Una politica fatta con passione costante per il bene comune e la capacità di superare le contrapposizioni di parte. Anche a guardare i presenti alla celebrazione, a fianco della moglie Daniela e dei figli: il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri e l’assessore comunale Jonathan Papamarenghi, i parlamentari Paola De Micheli e Pier Luigi Bersani, gli ex sindaci Roberto Reggi e Paolo Dosi. E ancora i tanti ex colleghi dipendenti della Provincia e del Comune. Numerosi anche i rappresentanti delle società sportive che hanno apprezzato il lavoro di Cacciatore quando era assessore.

Funerali Francesco Cacciatore

Nell’orazione funebre, l’avvocato Paolo Fiori ha ripercorso le tappe della lunga carriera politica e amministrativa di Cacciatore. “Entrambi fummo eletti in consiglio comunale nel 1994, il nostro gruppo (quello del Pds) era quello più consistente, due terzi maggioranza. Insieme in consiglio per 4 anni impegnativi. Furono le prime consultazioni con elezione diretta del sindaco, seguirono anni di grande impegno, anni di pianificazione anche impegnativa, perché il centrodestra condusse una opposizione molto accanita”. “Ho avuto modo di apprezzare le competenze, – ha proseguito – la capacità e professionalità di Francesco. Poi né io né lui ci ricandidammo. Io non ho più avuto esperienze amministrative, mentre Francesco ha continuato dopo una parentesi di alcuni anni. Ha ricoperto sempre incarichi di grande prestigio, come amministratore della città il suo talento si è espresso al meglio. Aveva un livello di competenza abbastanza inusuale per chi viene eletto, con un’esperienza di prima mano, visto il suo ruolo in Provincia, degli strumenti amministrativi. Pochi come lui erano in grado di avere questo livello di competenza, era uno dei pochi che sapesse non solo leggere il bilancio comunale, ma anche costruirlo. Aveva anche talento per controllo e dominio della macchina amministrativa. In queste materie, è stato un elemento di assoluto valore, difficilmente e possibile trovare qualcuno di comparabile a lui”.

“Non sempre venne ricambiato – ha voluto rimarcare Fiori – ma è sempre stato persona leale e corretta. Non era solo amministratore tecnico, ma politico abile e consumato. La storia di Francesco proviene dalla tradizione della sinistra italiana, è sempre stato un uomo di sinistra, non ha mai rinnegato la sua identità. Non ha portato con sè i legati deteriori di questa storia, non ha mai avuto pregiudizi. I suoi capisaldi sono sempre stati la razionalità e il profondo convincimento che la politica c’è solo se c’è coesione, un valore che ha sempre perseguito. Non è mai stato un settario, radicale, ha sempre cercato un punto di incontro con gli avversari, senza venire meno alle sue idee. La politica richiede anche abnegazione, il rinunciare a qualcosa per un bene più alto”. “Era diventato una figura eminente e di riferimento della politica cittadina, questo non è avvenuto senza problemi. Proprio perché era questo il suo ruolo, non stupirà che c’erano anche aspetti meno piacevoli. Invidia e ostilità nei suoi confronti, perché non a tutti era gradita questa sua posizione, ci sono stati vari tentativi anche di basso livello per contrastare il suo ruolo. Ma nonostante i torti subiti, non è mai venuto meno al suo spirito di servizio. Avrebbe meritato ben altro che la sfera dell’amministratore”. E infine un riconoscimento anche alle qualità più personali di Francesco Cacciatore, quelle di marito e padre.

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