Vaccino agli under 12, il pediatra Gregori “Se avessi figli piccoli, lo farei”

Vaccino covid per i bambini tra i 5 e 12 anni, con l’avvicinarsi della decisione di Ema (Agenzia europea per i medicinali) ed Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) si apre la discussione sull’opportunità o meno di estendere anche su questa fascia d’età la campagna vaccinale. In un recente intervento, il pedagogista piacentino Daniele Novara è stato piuttosto critico su questa possibilità, invitando le “Istituzioni pubbliche a una riflessione più approfondita e più organica, che tenga in dovuto conto la complessità del loro diritto (dei bambini, ndr) alla salute senza gravarne l’esistenza con decisioni che, allo stato attuale, appaiono del tutto inutili”.

Per il pediatra Giuseppe Gregori, consigliere provinciale di Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri), sul tema è “fondamentale che ci sia un’informazione corretta e il più completa possibile, in modo che il genitore possa conoscere al meglio tutti i termini della questione. Ciò detto – aggiunge – io mi considero un ‘operaio della medicina’ e sarebbe pretestuoso da parte mia decidere in merito, ma devo basarmi sulle competenze di coloro che studiano e lavorano quotidianamente su questi temi. Dall’inizio della pandemia molte informazioni a nostra disposizione si sono modificate: a mio modesto parere – e delle società scientifiche – prevale comunque di gran lunga l’idea che la vaccinazione possa essere un elemento favorevole, perché oltre a ridurre la diffusione del contagio, che sappiamo circola soprattutto tra chi non è vaccinato, può contrastare eventuali problemi di salute molto seri per i bambini, seppur riferiti ad un gruppo limitato. Per questo credo che dare ai genitori quantomeno l’opportunità di vaccinare i propri figli sia importante, anche per contribuire a ridurre il rischio di una ridotta socializzazione ed evitare un altro inverno con scuole chiuse ed incontri ridotti all’osso. Qualcosa di cui come adulti forse non percepiamo appieno l’importanza, ma che per giovani in fase di crescita può comportare ricadute psicologiche non trascurabili”.

“Inoltre – aggiunge -, non mi risulta che il vaccino sarà obbligatorio a livello pediatrico, quindi esiste ampio margine di libertà per chi detiene la patria potestà di scegliere secondo scienza e coscienza. Io non ho la verità in tasca, ma posso dire che se avessi figli piccoli, o almeno in età vaccinabile, e potessi farglielo fare, lo farei. Insomma, le motivazioni per farlo superano i possibili timori. Ci sono ovviamente situazioni mediche speciali, che vanno valutate di caso in caso, ma i rischi sono ridotti al minimo. Va ricordato, inoltre, che qualunque terapia o intervento medico non è esente da pericoli: ragionando sui grandi numeri è sempre possibile avere reazioni avverse”. “Dal mio osservatorio personale – conclude Gregori -, posso dire che ci sono genitori con figli dai 12 ai 14 anni, quindi attualmente già vaccinabili, che hanno preferito non farlo; mentre altri con figli under 12 si stanno già attivando e mi hanno chiesto informazioni”.

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