Alternativa per Piacenza non si “rompe”: chiarimento prima della scelta sulle primarie

Probabilmente non ci sarà la conta nell’assemblea plenaria di Alternativa per Piacenza, fissata il 5 gennaio, per stabilire se celebrare o meno le primarie. E’ prevalsa infatti una linea unitaria nel tavolo politico che si è riunito martedì sera, per non pregiudicare il progetto plurale portato avanti sin qui in vista delle elezioni comunali della primavera 2022.

Nonostante alcuni nodi siano ancora tutti da sciogliere. In primis quello del rapporto tra i partiti della coalizione e i movimenti e le associazioni – compresi i singoli – che hanno partecipato alle riunioni di Alternativa per Piacenza. Quello della dialettica interna tra soggetti e realtà, che oggettivamente hanno rappresentanze democratiche e dimensioni diverse, è infatti uno dei motivi di discussione. Anche per questo l’auspicio prevalente è quello di non arrivare a una votazione in plenaria sulle primarie o no, per evitare uno sbocco che assomigli a un plebiscito assembleare. Nel frattempo, senza troppi drammi a dire il vero, è stato perso per strada il pezzo di Rifondazione Comunista, che ha fatto sapere che non parteciperà più agli appuntamenti comuni, perchè la “gabbia del centrosinistra” rappresenta per lo più istanze “moderate”.

Ma un tema certamente cruciale riguarda proprio l’allargamento della coalizione di centrosinistra, perchè in tanti esponenti di Alternativa per Piacenza è ben presente la consapevolezza che per competere alle comunali nella nostra città serve l’apporto di forze al di fuori degli schemi della politica locale e occorre mobilitare un elettorato che finora non si è riconosciuto in nessuna delle realtà in campo. C’è poi il nodo di un programma concreto e comprensibile per la città, in grado di tenere unite sensibilità talvolta molto diverse, se non contrapposte. Certo, i tavoli di ApP hanno lavorato in queste settimane, ma la sensazione diffusa è che sui temi realmente dirimenti – ambiente, sviluppo della città, urbanistica, crescita – non siano state ancora compiute scelte vere, proprio per il timore di dividere lo schieramento. Un lavoro di sintesi politica e anche di negoziazione che soltanto un portacolori unitario potrebbe probabilmente svolgere.

E arriviamo dunque al nodo più grande, quello del candidato. Le primarie restano sullo sfondo, ma la sensazione (anche per l’incertezza legata alla diffusione del virus) è che ci sia in atto un nuovo tentativo alla ricerca di un candidato unitario, che possa scongiurare la consultazione. Dopo i fallimenti delle ultime settimane, con diverse candidature sfumate, l’obiettivo non è certo semplice. Il tavolo politico, che si riunirà nuovamente nei primi giorni dell’anno nuovo, si è dato il compito di chiarire tutti i temi sopra elencati e al contempo di vagliare possibili disponibilità. In questo passaggio sarà importante anche attendere la direzione provinciale del Partito Democratico dei prossimi giorni. E se ci fossero sviluppi importanti, non è escluso che la plenaria di Alternativa per Piacenza del 5 gennaio possa slittare di qualche giorno.

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