Confedilizia: “Archiviata la manovra, occhio alla riforma fiscale”

“La legge di bilancio si chiude senza scossoni. Il Parlamento ha migliorato il sistema di incentivi per gli interventi sugli immobili, che il Governo aveva eccessivamente limitato e complicato. Per il resto, si tratta di una manovra di ordinaria amministrazione, priva di particolari elementi innovativi”.

E’ quanto afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. “Ora, però, – prosegue – l’attenzione deve spostarsi su un provvedimento molto più importante: la riforma fiscale, che inciderà sulla tassazione di famiglie e imprese per molti anni. Oltretutto, il sistema seguito è la delega, che lascia all’Esecutivo l’attuazione pressoché libera dei principi fissati nel provvedimento approvato dal Parlamento. Dunque, l’esame del testo governativo dovrebbe essere particolarmente accurato, da entrambe le Camere (sarebbe un’ovvietà, in un sistema bicamerale, ma di questi tempi occorre evidenziarlo), affinché principi e criteri direttivi non lascino eccessivi margini di discrezionalità a chi dovrà attuarli. Per la riforma del 2014, non a caso, l’iter parlamentare durò un anno”.

“Nel merito, l’attenzione della proprietà immobiliare si concentra particolarmente su due aspetti. Uno è la revisione del catasto, che l’intero Centrodestra ha chiesto di stralciare dalla riforma (ma che è fortemente messa in discussione pure dal Movimento 5 Stelle), anche per rispettare la decisione assunta proprio in Parlamento nel giugno scorso. Il Governo ha messo nero su bianco che la revisione che propone ha il preciso scopo di predisporre un ulteriore aumento della già smodata tassazione sugli immobili. E il testo presentato conferma questo obiettivo, attraverso un’impostazione fortemente patrimoniale. Chi la voterà, dichiarerà di voler aumentare il carico fiscale sugli immobili, prime case incluse”.

“L’altro aspetto di nostro interesse è la tassazione sugli affitti. Le esigenze sono due: la prima è mantenere la cedolare secca sulle locazioni abitative, che ha di fatto consentito l’esistenza di un’offerta abitativa in Italia; la seconda è l’estensione di questo regime sostitutivo agli immobili non residenziali, anche per tentare di arrestare la crisi del commercio e il dilagare dello sfitto, che ha riflessi pure su decoro e sicurezza delle nostre città. Su tutto ciò, confidiamo che il Parlamento voglia far sentire la propria voce”.

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