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I detenuti mettono in scena ‘Odissea’, “Percorso inclusivo, che porta alla riscoperta delle proprie capacità”

Gruppo Piacentino

(distretto 2050)

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Un lungo viaggio in mare, metafora della vita stessa, la grotta di Polifemo, le tante difficoltà di un peregrinare verso una meta, misurandosi con sé stessi e con gli altri. E’ legato ad uno degli episodi più noti dell’Odissea il progetto di Teatro in carcere curato da Mino Manni, sostenuto per la seconda volta dal Rotary Piacenza e rivolto ai detenuti della Casa Circondariale di Piacenza, in collaborazione e con il prezioso supporto di Maria Gabriella Lusi, direttrice del carcere piacentino. Dopo l’esperienza con Iliade, lo scorso anno, il progetto di teatro è stato dunque incentrato sulla figura di Ulisse, sull’attualità dei contenuti che ne tracciano la storia, sulla forza dei tanti significati che il poema epico per eccellenza, ancora esprime. Il corso di teatro si è sviluppato in tre mesi, con incontri settimanali della durata di 4 ore ciascuno per 11 partecipanti e con una rappresentazione finale dal vivo che si svolgerà lunedì 20 dicembre nella Sala Teatro del penitenziario. Un’esperienza basata su improvvisazione, musica, recitazione.

Ma soprattutto, ci spiega Mino Manni, attore, regista e direttore artistico del Teatro Verdi di Fiorenzuola, sulla scelta della storia. “E’ fondamentale, deve appassionare, coinvolgere, ma anche trasmettere contenuti che accendano la speranza di libertà e amore – ha detto -. Una funzione catartica per chi recita e per chi assiste allo spettacolo, ma anche un ruolo sociale, civile e di valore culturale che è tale per tutte le forme di teatro, non solo per quello che si fa in carcere”. Già, il carcere. Un luogo particolare dove parlare di libertà significa spingersi in profondità, in ambiti delicati e sensibili. “Lavorare in carcere per me è stata un’esperienza unica e meravigliosa – rimarca Manni – qualcuno è arrivato a dirmi che le ore del corso erano le sole in cui si sentiva davvero vivo e tutti si sono impegnati moltissimo. Il lunedì arrivavano alla lezione sempre motivati, preparati, coinvolti dalla storia, pronti a mettersi in gioco. Non serviva avere precedenti esperienze di recitazione, ovviamente – prosegue Manni – a chi ha partecipato al corso ho chiesto solo di tirare fuori quello che aveva dentro. Sono partito dall’ascolto, come faccio sempre quando metto in scena un testo, una storia, e ho lavorato nel segno della collaborazione e della condivisione continua”. Per il carcere di Piacenza un’esperienza che torna per la terza volta consecutiva e che non si è fermata nemmeno durante la pandemia, confermando la validità della sua portata.

“Il teatro è cultura, arte e bellezza – sottolinea Maria Gabriella Lusi, direttrice della Casa Circondariale di Piacenza – ma in carcere aggiunge qualcosa di particolare: un percorso inclusivo che porta alla riscoperta del sé e delle proprie capacità. Una doppia sfida, personale e organizzativa; uno sforzo che vale la pena affrontare, occasione per un ulteriore collegamento con la città e sinergia importante con alcune delle sue realtà; un progetto che non a caso raccoglie anche l’approvazione del Prefetto Daniela Lupo e del sindaco Patrizia Barbieri e che il 20 dicembre, in occasione della rappresentazione finale, vorrà essere un augurio alla città nel segno della serenità. Il mio grazie – conclude la direttrice Lusi – va dunque a Mino Manni, che anche questa volta ha dimostrato grande attenzione e sensibilità, al personale di Polizia Penitenziaria, all’Istituto Raineri Marcora che si occuperà di allestire il buffet per i partecipanti alla serata e soprattutto al Rotary Piacenza che ha creduto e sostenuto ancora questo progetto”. Ed è il Presidente del Rotary Piacenza Augusto Pagani a ribadire il valore dell’iniziativa, spiegando l’impegno del club piacentino nel dare continuità “Abbiamo deciso di replicare questo service perché rappresenta una occasione di crescita e di impegno per il gruppo di detenuti che hanno aderito alla iniziativa. Confidiamo che il percorso seguito sotto la regia di Mino Manni possa essere per questi uomini un punto di partenza positivo per una vita migliore. A loro ed a tutti i detenuti del carcere di Piacenza auguriamo un 2022 più felice e più sereno”.

La locandina

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