Il microcredito e le start up possono attendere: un milione di fondi sociali dirottato alle attività in crisi

La crisi economica causata dalla pandemia morde ancora, non è tempo di “start up” e di “microcredito” per fare leva sulla ripartenza, meglio destinare aiuti economici alle imprese in crisi. Era il novembre del 2020 quando venne annunciata la fase due di “Insieme per Piacenza”, il protocollo triennale da un milione e 700mila euro sottoscritto da Comune di Piacenza, Diocesi, Fondazione di Piacenza e Vigevano e Credit Agricole con l’obiettivo di sostenere famiglie ed imprese colpite dall’emergenza covid. Dopo un primo intervento di natura strettamente assistenziale, il secondo step avrebbe dovuto infatti sostenere la ripresa, il rilancio, addirittura in maniera strutturale, dell’economia. E invece no. Con un addendum al protocollo è arrivato un deciso cambio di rotta sulla destinazione di una bella fetta di risorse, il milione di euro del Comune.

Così recita il testo dell’integrazione all’accordo: “La somma apportata dal Comune di Piacenza al “Fondo Welfare Sociale Insieme per Piacenza” di un milione di euro viene riallocata nei seguenti limiti e termini: 400mila euro originariamente destinati al sostegno delle “Start Up”, sono indirizzati al supporto delle attività in crisi, 375mila euro originariamente destinati al finanziamento del “Microcredito”, sono anch’essi indirizzati al supporto delle attività in crisi insistenti sul territorio comunale. Il contributo verrà concesso ai soggetti richiedenti aventi diritto a seguito della verifica dei requisiti che saranno previsti da apposito bando. Le risorse verranno suddivise per il numero dei soggetti ammessi, fino alla misura massima 2mila euro”.

Le risorse finanziarie indicate – viene precisato nel provvedimento – saranno erogate alle attività commerciali e produttive coi requisiti necessari, e più nel dettaglio a gestori di discoteche e sale da ballo, gestori di palestre e scuole di danza, attività di club sportivi, edicole e tabaccherie, imprese che operano nel settore cinematografico e teatrale, alberghi, imprese culturali, agenzie di viaggio, tour operator, altri operatori turistici, taxistiI requisiti di ammissione al contributo sono i seguenti: avere sede legale o unità locali nel Comune di Piacenza, regolarmente iscritti al Registro delle Imprese o al Repertorio Economico Amministrativo al 31 dicembre 2020, in attività alla data di presentazione della domanda, assolti gli obblighi contributivi e in regola con le normative sulla salute e sicurezza sul lavoro, legali rappresentanti, amministratori (con o senza poteri di rappresentanza) e soci per i quali non sussistano cause di divieto, di decadenza, di sospensione, non siano in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo senza continuazione dell’attività ed in ogni altra procedura concorsuale prevista dalla Legge fallimentare e da altre leggi speciali, né abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni.

Per accedere ai contributo occorre aver subito nell’anno 2020 un calo di fatturato superiore al 20% rispetto all’anno 2019, ovvero, a prescindere dal fatturato. Per dare attuazione all’addendum è previsto inoltre che la Caritas si avvarrà della Camera di Commercio di Piacenza, attraverso apposito convenzionamento diretto o tramite il Comune di Piacenza, per la predisposizione e la pubblicazione del bando con cui verranno stabiliti i criteri per accedere al contributo, nonché per l’erogazione dei contributi.

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