Sciopero generale, Cgil e Uil contro la legge di bilancio “In centinaia da Piacenza a Roma”

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Fisco, pensioni, lavoro, sanità. Sono tanti i temi della prossima legge di bilancio che non convincono Cgil e Uil e che hanno spinto i sindacati verso l’annunciato sciopero generale di giovedì 16 dicembre. Criticità condivise anche dalla “piattaforma piacentina” della protesta, che nella mattinata del 10 dicembre ha organizzato una conferenza stampa per ribadire le ragioni della mobilitazione e confermare la propria presenza a Roma.

“Pulmann organizzati da Cgil Piacenza partiranno alle 7:30 del mattino dal piazzale dello stadio, con già centinaia di posti prenotati – ha informato il segretario provinciale Gianluca Zilocchi -. Vogliamo essere presenti per contestare il governo per delle scelte assunte senza darci la possibilità di contrattare ed avere un confronto. La nostra è una valutazione semplice: dopo 7-8 anni di crisi economica profonda, con due anni di pandemia che hanno colpito la nostra società, siamo finalmente in una fase di politiche espansive, grazie soprattutto alle risorse in arrivo dall’Europa. Per questo, riteniamo doveroso usare tutte le energie per combattere diseguaglianze e disparità. In questo senso, la manovra di bilancio dà alcune risposte parziali, per esempio sugli ammortizzatori sociali o sul fondo non autosufficienza, ma manca complessivamente di un’impronta sui temi dell’equità, della redistribuzione della ricchezza e della giustizia sociale”.

“Le nostre – ha proseguito Zilocchi -, non sono richieste improvvisate all’ultimo, ma vengono da un percorso portato avanti negli ultimi 3-4 anni anche con i governi precedenti. Innanzitutto c’è il problema del fisco: crediamo si debba intervenire su salari e sulle pensioni più basse, applicando meccanismi di detassazione e premiando chi oggi è più in difficoltà. Un meccanismo opposto a quello che vuole fare il governo con la riduzione del sistema delle aliquote”. “Sulle pensioni – ha aggiunto – le nostre posizioni sono chiare: in vista del superamento di quota 100, non si deve tornare alla Legge Fornero, ma pensare un’uscita flessibile in base ai contributi, 41 anni, o all’età, 62 anni. Serve inoltre un cambio del sistema previdenziale per non mandare in pensione persone con cifre irrisorie. Mi riferisco a lavoratori part time o che lavorano solo in certi periodi dell’anno, per cui andrebbe superato il sistema contributivo e a cui bisognerebbe dare una pensione di garanzia”.

Problematiche di merito che però hanno radici più profonde. “Il lavoro è alla base di tutto – ha evidenziato Zilocchi -. L’80% delle persone ha contratti precari, il tempo indeterminato rimane una chimera, soprattutto per giovani e donne. Chiediamo forme di lavoro più stabili, più dignitose, che diano garanzie e che permettano di vivere con serenità il futuro. Questioni a cui oggi si può finalmente rispondere e che interessano direttamente anche il territorio piacentino, negli ultimi anni in grave difficoltà nel creare valore aggiunto con le imprese; nei salari, che sono il 5% in meno rispetto alla media regionale e nelle differenze tra occupazione maschile e femminile, che a Piacenza tocca il 25%”. Capitolo a parte è riservato alla sanità. “La scelta del governo di tagliare l’Irap per un miliardo va a colpire i finanziamenti alla sanità pubblica, proprio in un periodo in cui si è visto quanto è importante. La Regione Emilia Romagna ha dovuto fronteggiare spese straordinarie in questi due anni ed adesso mancano risorse. Bene che si facciano nuovi ospedali e strutture (si riferisce a Piacenza, ndr), ma la domanda è: chi li gestirà? Noi vogliamo che sia un sistema pubblico e non privato, ma per questo servono fondi e nella manovra di bilancio le risposte sono insufficienti”.

Con Zilocchi era presente anche il segretario provinciale di Uil Francesco Bighi. “La manovra è inadeguata – ha ribadito -, sembra che il presidente del Consiglio sia stato più attento a non creare dissensi tra una maggioranza governativa eterogenea e con posizioni spesso inconciliabili, piuttosto che ascoltare le ragioni dei sindacati. Il Pnrr è una occasione irripetibile ed è necessario che le risorse vengano utilizzate per infrastrutture e per costruire forme stabili di lavoro”. Poi un commento sull’assenza nello sciopero di Cisl. “La piattaforma di protesta era partita in modo unitario, poi la Cisl ha fatto un’altra scelta -ha detto -; ci auguriamo che questa diversità di opinioni possa risolversi e nel 2022 si torni a viaggiare insieme”.

In conclusione, i sindacati hanno confermato che si procede diretti alla protesta del 16 dicembre, nonostante le critiche avanzate dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali (CGSSE), che aveva chiesto di posticipare la mobilitazione. “Garantiamo che lo sciopero verrà fatto nel rispetto delle leggi, sia per quanto riguarda le norme anti-covid che per i servizi essenziali. Il sale della democrazia è il dissenso, sembra che oggi ogni nota fuori dal coro sia lesa maestà: non ci stiamo a passare come dei pazzi che vogliono mettere a ferro e fuoco le piazze italiane”.

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