Agriturismi in difficoltà “Piovono disdette e i costi fissi aumentano”

“Non è una chiusura imposta dallo Stato, ma da un mix di fattori che spingono l’imprenditore a sospendere l’attività fino a data da destinarsi, per limitare il danno economico, malgrado non siano previste misure specifiche a favore di chi si trova in difficoltà”. Così il piacentino Gianpietro Bisagni, presidente di Agriturist Emilia Romagna, che rappresenta gli agriturismi associati a Confagricoltura, descrive la situazione definendola “una fotocopia dello scorso gennaio”. E aggiunge: “Coloro che continuano a lavorare, lo fanno a costo di rimetterci, per non perdere il personale attualmente impiegato e la clientela fidelizzata”.

Dopo gli scarsi incassi delle festività, decisamente ridimensionati dalle disdette, sono diverse le strutture che si sono fermate, una dopo l’altra. “C’è il rischio che si profili il trend del 2021 quando gli agriturismi hanno cominciato a fatturare solo nel mese di aprile o maggio. Una condizione insostenibile per due anni di fila”. Bisagni auspica “l’allocazione di fondi straordinari da parte della Regione, finalizzati a sostenere le aziende agrituristiche attive in Emilia-Romagna (1300 circa in tendenziale crescita), e potenziare il territorio nel suo insieme e tutto il sistema turistico regionale. Queste strutture ricettive legate al mondo rurale e alle produzioni di qualità – sottolinea l’imprenditore agrituristico piacentino – completano l’offerta turistica emiliano-romagnola”.

Di fatto – evidenzia Confagragricoltura – la pandemia costringe alla chiusura gli agriturismi, blocca spostamenti e pernottamenti, “provocando addirittura un calo del cosiddetto turismo business (cioè chi viaggia per motivi di lavoro), che finora aveva sostanzialmente retto”. Così dopo le disdette di Capodanno e dell’Epifania, “la paura continua ad azzerare le prenotazioni di pranzi e cene, in attesa che la primavera riporti il bel tempo e la possibilità di sfruttare ampi spazi all’aperto”. Si registra inoltre, all’interno dell’organico aziendale, “l’impennata del numero di lavoratori contagiati o in isolamento”. Allo scenario preoccupante si aggiungono “gli effetti dei rincari di luce e gas, che fanno volare i costi fissi dell’agriturismo”.

“I gestori sono sotto pressione, snervati dalle disdette dell’ultimo minuto – conclude il presidente regionale di Agriturist – divisi tra l’impegno profuso per garantire alla clientela e ai collaboratori ambienti sicuri e l’incertezza sul lavoro futuro”.

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