“Costo esorbitante mantenere il mercato ortofrutta, nessuna tutela sugli edifici demoliti”

Demolizione dell’ex mercato orofrutta di via Colombo, l’amministrazione comunale risponde (e controdeduce) all’osservazione del comitato che si batteva per la conservazione della struttura. La Conferenza dei servizi ha infatti approvato il progetto di riqualificazione (già partito) che prevede la realizzazione sull’area di un parcheggio provvisto 194 posti auto. I lavori avviati a novembre – tra demolizione e realizzazione dei posti auto – vedono un costo di 800mila euro, che non tengono conto per il momento dell’area di 3mila metri quadrati destinata, in base all’accordo di programma con Terrepadane, alla costruzione di un albergo. Il progetto comporta una variante urbanistica ancora da approvare da parte del consiglio comunale.

Contro il progetto e la demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo è stato presentato il 2 gennaio un esposto alla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna da parte dello studio legale Fantigrossi, per conto dell’Associazione Fondo Ambiente e Territorio di Piacenza che fin dall’inizio si è opposta alla riqualificazione dell’area. Gli stessi promotori dell’osservazione alla pratica amministrativa, che viene contestata sulla base di una serie di motivazioni: illegittimità e irregolarità procedurali; danno erariale; distruzione di patrimonio edilizio comunale di valore storico documentario; danno urbanistico-ambientale. Le irregolarità procedurali erano state segnalate anche dalla petizione-diffida di un gruppo di cittadini e dagli atti dello studio legale Fantigrossi.

demolizione ex mercato ortofrutta

La demolizione

Nella sua controdeduzione il Comune di Piacenza fa rilevare che “lo stato conservativo del compendio immobiliare ha comportato una prima fase consistente nella bonifica e demolizione degli edifici (a causa del degrado e del rischio per l’incolumità delle persone, in conseguenza di ripetuti episodi pericolosi, su tutto gli incendi registrati a causa dell’utilizzo improprio dei fabbricati da parte di persone non autorizzate che hanno richiesto interventi urgenti dei Vigili del Fuoco). Tali condizioni fattuali hanno altresì portato ad accertare l’assenza delle condizioni di igiene, salubrità e sicurezza del compendio e, quindi, di agibilità dei fabbricati, unitamente alle problematiche di ordine pubblico in conseguenza delle occupazioni abusive.

“La seconda fase, oggetto del presente procedimento – specifica l’amministrazione – è legata alla realizzazione di un parcheggio pubblico (intervento non ricostruttivo) con relativa variante urbanistica, che rientra negli obiettivi strategici di riqualificazione della città pubblica. In particolare, ci si muove nell’alveo dell’obiettivo di incrementare l’offerta di aree a parcheggio in prossimità della stazione, a ridosso ma non all’interno del centro storico, nel perseguimento delle politiche afferenti alla mobilità sostenibile”. Le finalità del parcheggio sono esplicitate così: “ridurre l’utilizzo dei mezzi a motore, incentivando l’uso di modalità alternative di trasporto (trasporto pubblico, ciclabilità); allontanare dai quartieri del Centro Storico i flussi di traffico di penetrazione in città o di attraversamento, riducendo la congestione sulla rete viaria principale e presso i relativi nodi; riaffermare la natura di spazio pubblico di strade e piazze, rendendolo fruibile in modo sicuro per tutte le diverse componenti (pedoni, ciclisti, conducenti di veicoli motorizzati); risolvere in modo sistematico le cause di incidentalità localizzata (soluzione dei “punti critici”, rafforzamento del controllo); incrementare i livelli complessivi di qualità dell’aria e ridurre sensibilmente le occasioni di esposizione della popolazione alle emissioni localizzati di inquinanti.

L’amministrazione sottolinea che “il costruendo parcheggio dell’ex Mercato ben si presta al decongestionamento veicolare del Centro Storico prefigurato dal Pums (Piano urbanistico della mobilità sostenibile” consentendo d’intercettare preventivamente il traffico veicolare da posizione estremamente funzionale” e alla proposta di conservare gli edifici dell’ex ortofrutta replica così: “l’ipotizzata riqualificazione dei manufatti esistenti avrebbe implicato costi non solo esorbitanti ma addirittura anti-economici. Qualsiasi riqualificazione “costruttiva” dell’area, peraltro non preclusa dalla nuova destinazione, sarebbe dovuta comunque partire dalla demolizione dei manufatti esistenti, in considerazione del loro stato (basti pensare all’impiantistica, al rispetto delle prescrizioni antisismiche, alla normativa sul contenimento energetico, ecc)”.

Nella controdeduzione il Comune difende anche la legittimità dell’iter procedurale contestato dai proponenti l’osservazione e la decisione di arrivare alla demolizione del complesso:  “L’anticipazione della demolizione dell’ex mercato era stata, peraltro, già decisa con la Deliberazione della Giunta Comunale dell’8 giugno 2018, a fronte dell’estrema pericolosità dell’assetto prodotto dalle sue “rovine”. […] La coeva demolizione è risultata già coerente alla strumentazione urbanistica; oltre che urgente per evitare disgrazie e limitare un avanzante degrado”. Viene fatto osservare inoltre che “si è ritenuto urgente azzerare una sorta di “park dell’orrore””.

Nella determinazione dirigenziale si risponde anche alla contestazione più grave di “danno erariale” (Leggi qui). Alle contestazioni relative al “danno al patrimonio edilizio comunale di interesse storico documentario”, l’amministrazione comunale specifica che “gli strumenti urbanistici non hanno mai attribuito al complesso un particolare valore. Il PRG 2001 (Variante generale 2001 al Piano Regolatore Generale) lo classifica come parte di un’Area di Trasformazione (lo schema di assetto prevede in parte nuova edificazione, in parte verde privato, in parte verde pubblico di compensazione); il Regolamento Urbanistico Edilizio attualmente in vigore, lo classifica Città consolidata: Tessuto produttivo polifunzionale. In entrambi i casi la demolizione è consentita senza alcun tipo di vincolo.

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