“Guardie mediche, trovare soluzione per garantire a tutti i servizi fondamentali”

“Noi ci salviamo, salviamo il presente e il futuro del nostro bellissimo e fragile territorio se a tutti, ovunque, sono garantiti i servizi fondamentali. Sicuramente tra questi c’è quello della salute e della cura”. Lo scrive il vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, in un messaggio letto nelle comunità parrocchiali di Ferriere e Ottone nel quale esprime la propria “vicinanza” a seguito del ridimensionamento del servizio di Guardia medica.

“Non credo – afferma Cevolotto – che le preoccupazioni di queste comunità siano ingiustificate. Tutt’altro. In questo anno di permanenza in diocesi ho preso atto che in quelle zone le distanze non sono chilometriche, bensì viarie e condizionate dal meteo. Non si chiede: quanti chilometri? Ma: quanto tempo ci vuole? E la risposta dipende molto dalle stagioni e dalle condizioni delle strade. Dal giorno e dalla notte. A questo dato va aggiunto che qui l’età media delle persone è avanzata, con le fragilità che l’anzianità porta con sé. Non è mio compito indicare soluzioni ad un problema che, da ciò che leggo, è complesso e complicato da scelte lontane, le cui conseguenze si ripercuotono nel presente e nel futuro prossimo. Se è emergenza non sarà breve né, a breve, potrà contare su risorse maggiori di quelle che abbiamo. Ma la popolazione, in particolare gli anziani, ha bisogno oggi di servizi”.

“La mia preoccupazione pastorale – prosegue – è di avere un occhio di riguardo verso questa parte del nostro territorio. L’ho detto a più riprese e oggi lo ripeto che ciò che avviene ad Ottone o a Ferriere (come in qualunque comunità della montagna) riguarda anche me che vivo in città a Piacenza, interessa allo stesso modo chi vive in pianura. Noi ci salviamo, salviamo il presente e il futuro del nostro bellissimo e fragile territorio se a tutti, ovunque, sono garantiti i servizi fondamentali. Sicuramente tra questi c’è quello della salute e della cura. Se con questa soluzione non siamo in grado di assicurare la copertura del territorio e dell’assistenza continua di chi abita questi paesi e borgate, allora ne va cercata un’altra, che probabilmente porterà sacrifici o disagi altrove, ma che mette al centro le zone più deboli ma non per questo meno preziose”.

“Colgo come un segnale positivo – conclude – che in questa emergenza da qualche parte (penso in particolare dall’Ordine dei medici) siano stati dati dei suggerimenti e offerte delle disponibilità. È proprio così: per problemi articolati le soluzioni si possono trovare insieme, con il contributo di tutti. Sono fiducioso che chi ha responsabilità di provvedere al bene dell’intera comunità, a breve troverà la soluzione che permetta a tutti di sentirsi cittadini di serie A”.

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