“Basta logistica ‘spezzatino’ che aggira le norme. Valutare reale impatto del polo Fiorenzuola – Cortemaggiore”

“Basta logistica ‘spezzatino’ che aggira le norme. Occore valutare il reale impatto del polo che, a partire dal 2020, è in corso di realizzazione tra Fiorenzuola e Cortemaggiore”. Per questo motivo il Comitato Barabasca-Careco, Italia Nostra, sezione di Fiorenzuola e Legambiente Piacenza hanno depositato le rispettive osservazioni relative al progetto di nuova piattaforma logistica in area Barabasca Careco.

“Questo insediamento logisticosi configura come un secondo tassello di una grande piattaforma logistica in area Barabasca Careco – dice Agostino Ghebbioni, del comitato Barabasca Careco – dopo l’avvio delle attività di NewCold, con un imponente capannone da 42 metri di altezza. Dal 2020 i comuni di Fiorenzuola e Cortemaggiore stanno diventando un vero e proprio Polo Logistico senza attivare alcuna delle procedure necessarie a valutare l’impatto complessivo di tale pianificazione”.

“Il nuovo intervento riguarderà un’area di circa 230mila metri quadrati, che andrà ad ospitare 3 grandi capannoni, costruiti da piccole società immobiliari che non hanno nessun interesse nel settore della logistica. Manca – prosegue Ghebbioni – un disegno imprenditoriale, e la documentazione presentata ha delle pecche, ad esempio non viene specificato come verranno trattate le acque reflue. Si dice che gli scarichi verranno portati sul dorsale fognario principale, che non c’è. Inoltre, nonostante la vicinanza dei caselli autostradali, non si può pensare che il transito in zona di 900 camion al giorno non si riversi in buona parte sulla viabilità ordinaria. E anche il calcolo del personale che verrà impiegato – sottolinea – non è preciso. Si calcola tra i 700 e mille posti di lavoro, ma va specificato meglio”.

Giuseppe Castelnuovo di Legambiente sollecita una maggiore consapevolezza, da parte delle istituzioni, rispetto ai nuovi strumenti autorizzativi di queste aree. “Facciamo appello alla Regione e alla Provincia affinché venga fatta una valutazione ambientale complessiva delle autorizzazioni date recentemente. La logistica è arrivata a Piacenza con Ikea nel 1998, subito sono apparsi evidenti problemi legati a quell’insediamento, espressi anche da alcuni imprenditori. Invece di porre un freni, la logistica si è intensificata, seguendo la logica dello spezzatino e comportnato un ulteriore carico ambientale”. Luigi Ragazzi di Italia Nostra, sezione di Fiorenzuola, ricorda come l’area ora oggetto di intervento fosse stata destinata, originariamente, come sede delle imprese di trasporti della zona, intervento a basso indice di edificabilità. Intenzione adesso disattesa.

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