Caro bollette, circoli e locali a rischio chiusura. Arci: “Chiediamo sostegni urgenti”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Arci Piacenza sulla situazione del caro energia e le ripercussioni sui circoli e locali pubblici. Ecco il testo.

La pandemia ha messo in ginocchio larga parte di questo Paese. Le famiglie sono in affanno, le imprese di ogni settore faticano a riprendersi, le risorse per i servizi pubblici non si trovano. Crescono le disuguaglianze sociali ed economiche. Anche il Terzo Settore associativo e di volontariato non ce la fa più a stringere la cinghia; e se noi chiudiamo, a tante persone e famiglie verranno a mancare socialità, cura, cultura che spesso trovano solo nei nostri spazi. La situazione pandemica sembrerebbe migliorare ma ecco un nuovo, temibile, baco del sistema: l’aumento spropositato dei costi di luce e gas.

Un aumento che sta già producendo maggiore povertà, meno capacità di spesa delle famiglie e anche una crescita insostenibile dei costi di gestione di quel mondo associativo che con i suoi spazi sociali cerca di dare conforto alle persone fragili e alle fasce più deboli della popolazione. Gli aumenti delle bollette, che vanno dal 40% al 100%, potrebbero dare infatti il colpo di grazia anche a gran parte del mondo associativo che ha subito drammaticamente gli effetti delle chiusure, delle norme per arginare il Covid-19, della poca attenzione di media e politica alle esigenze di quel mondo che garantisce coesione sociale e spazi di vita sociale.

Chiediamo che il Governo faccia l’impossibile per contenere il costo delle bollette. Persone e famiglie, Comuni ed enti territoriali, piccole e medie imprese, non devono pagare il prezzo dei ritardi di una transizione energetica giusta. E neppure tutto il Terzo Settore associativo, troppo spesso dimenticato dai provvedimenti di ristoro e sostegno. Segnaliamo al Governo, in questo momento così complicato della vita del Paese, che potrebbe essere ridimensionata la spesa militare che nel bilancio 2022 vale 26 miliardi di euro, il 3% dell’intero bilancio statale (a fronte, ad esempio, del solo 0,5% delle spese per la Cultura o dello 0,2% per la tutela della salute). E’ urgente trovare una soluzione per arginare l’ennesimo tsunami che si sta abbattendo sul nostro Paese che aumenterà le disuguaglianze sociali e farà chiudere migliaia di spazi sociali e culturali!

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