Arrestati i sindaci Castelli, Guarnieri e Pasquali. La Procura: “Sistema per dominare appalti e arricchirsi” VIDEO

LA CONFERENZA STAMPA DELLA PROCURA – “Un sistema per dominare gli appalti e arricchirsi che andava avanti da anni, trasversale agli schieramenti politici”. E’ la definizione utilizzata dalla Procuratrice Grazia Pradella per spiegare il gruppo composto da amministratori locali, imprenditori e tecnici comunali finiti nell’indagine contro la corruzione che ha investito alcuni comuni dell’Alta Val Trebbia, quello di Piacenza e la Provincia. Accanto a lei gli altri sostituti procuratori titolari della lunga e articolata indagine (700 pagine di ordinanza) Matteo Centini ed Emilio Pisante, e i vertici provinciali dell’Arma dei carabinieri con il comandante provinciale Paolo Abrate e il comandante del nucleo investigativo, maggiore Lorenzo Provenzano.

UNDICI ARRESTI – “Una vicenda che tocca pesantemente sotto il profilo della pubblica amministrazione – ha sottolineato – una parte importante della provincia di Piacenza, l’alta Val Trebbia, il Comune e la Provincia di Piacenza. Si tratta di un’indagine complessa che ha richiesto un impegno ragguardevole dei carabinieri del nucleo investigativo. Il quadro di rapporti illeciti riguarda complessivamente 35 persone indagate con undici arresti“.

ASSOCIAZIONE A DELINQUERE CONTESTATA – “Un gruppo di persone, tra amministratori, imprenditori e responsabili degli uffici comunali, – ha spiegato Pradella – dominava completamente appalti e gare e agiva con la sola finalità dell’arricchimento personale, senza distinzioni di appartenenza politica gli amministratori hanno lucrato nel rapporto con un gruppo di imprenditori, asservito a interessi economici illeciti. Siamo riusciti a contestare il reato di associazione a delinquere a questo gruppo di persone. Abbiamo ricostruito un gruppo di otto persone, alcuni sindaci, alcuni responsabili di uffici tecnici con una figura centrale di imprenditore edile, che insieme hanno pesantemente inciso sin dal 2018 sull’assegnazione di appalti. Lo scopo dell’associazione è stata quella di ottenere la turbativa d’asta, concussione, frode ai danni dello stato con appalti che hanno riguardato valori di milioni di euro”.

Pradella cc

INDAGINE APERTA – “L’indagine non è conclusa, – ha proseguito – ci sono all’esame una serie di contratti e dagli accertamenti finora svolti è emerso che alcune opere non risponderebbero a criteri di costruzione a regola d’arte e potrebbero rappresentare un pericolo per l’incolumità. Voglio segnalare un sistema trasversale avulso da un solo schieramento politico, un sistema arrivato anche alla corruzione elettorale, con sindaci e consiglieri regionali eletti perchè gli elettori sono stati pagati. Un fatto grave per Piacenza, che impone di riflettere sull’andamento della pubblica amministrazione. Oltre 700 pagine di ordinanza che rappresentava un esempio ci corruzione diffusa che andava avanti da anni, un sistema di illiceità”.

TRE SINDACI AGLI ARRESTI – “I sindaci in carcere sono Massimo Castelli (Cerignale) e Mauro Guarnieri (Corte Brugnatella), mentre Roberto Pasquali (Bobbio) è agli arresti domiciliari” – ha detto la Procuratrice. Sono coinvolti i dirigenti degli uffici tecnici dei comuni di Bobbio Claudio Tirelli, e Ferriere, Paolo Bruno Labati, e il dirigente dei servizi di edilizia e lavori pubblici della Provincia di Piacenza, Stefano Pozzoli: tutti si trovano agli arresti domiciliari. Arrestati e condotti in carcere i due imprenditori Maurizio Ridella e Nunzio Susino. Pradella ha spiegato che sono ancora in corso varie attività di investigazione e di perquisizione. Alla vicesindaco di Zerba, Claudia Borrè, è stato imposto il divieto di dimora nel suo comune. “Tutte le misure richieste dalla Procura della repubblica sono state accolte dal Gip. Fra gli amministratori ci sono quelli che hanno avuto un ruolo continuativo nella commissione dei reati, altri un ruolo più sporadico e più sfumato, quindi le misure cautelari sono state differenziate”.

OPERE PUBBLICHE DA VERIFICARE – Riguardo alle opere pubbliche non eseguite a regola d’arte, il sostituto Matteo Centini ha parlato di “strade fatte non a norma documentato dalle intercettazioni, ma non c’è un rischio immediato per l’incolumità, saranno necessari accertamenti e controlli per verificare che siano pienamente idonee all’uso. E’ chiaro che il denaro perso per la mazzetta va recuperato risparmiando sul costo dei materiali. Devo dire che l’attività ha documentato una corruzione legata a una speculazione immobiliare a Bobbio che era stata oggetto di numerosi esposti da parte della cittadinanza”.

CORRUZIONE ELETTORALE – Il sostituto procuratore Emilio Pisante ha citato gli episodi legati alle “elezioni comunali del 2019 con denaro utilizzato per retribuire gli elettori”. Sul tema della corruzione elettorale Pradella ha evidenziato: “Un sindaco è stato eletto grazie alla compravendita di voti, venivano dati soldi dall’imprenditore a elettori per formulare la preferenza verso una determinata persona, che poi in un caso è stata eletta”. “L’indagine è partita da un incidente del 2015 – ha detto la Pradella – nella fabbrica di uno degli imprenditori arrestati, poi non sono mai stati individuati gli autori di un incendio doloso; da questo episodio si è sviluppata l’inchiesta grazie a intercettazioni, al captatore informatico, il trojan, e a servizi di osservazione”. “L’imprenditore coinvolto nell’associazione a delinquere è della zona di Bobbio – è stato chiarito – che ha consolidato nel tempo il suo ruolo di relazione coi sindaci e i tecnici comunali”.

Pradella cc

L’OPERAZIONE – L’operazione ha visto l’esecuzione di 4 custodie cautelari in carcere, 7 custodie cautelari agli arresti domiciliari, 1 divieto di dimora, 2 commissariamenti giudiziari d’azienda e 1 misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubbluca amministrazione nei confronti di una società.

Associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti e della libertà del procedimento di scelta del contraente, frode nelle pubbliche forniture, falso materiale e falso ideologico commesso dal Pubblico Ufficiale, truffa e voto di scambio sono le accuse rivolte a vario titolo dalla Procura della Repubblica di Piacenza alle persone coinvolte nella maxi inchiesta condotta dai carabinieri che vede complessivamente 37 persone indagate, tra cui imprenditori edili, sindaci e funzionari tecnici degli Enti Locali dell’Alta Val Trebbia e del capoluogo, e dell’amministrazione provinciale.

Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Piacenza, Alessandria, Lodi e Pavia, circa 300 Carabinieri del Comando Provinciale di Piacenza hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Giudice per indagini preliminari del Tribunale di Piacenza su richiesta della Procura della Repubblica. Le perquisizioni degli uomini dell’Arma sono proseguite nella matttinata del 10 febbraio: i comuni del piacentino toccati dalle indagini dei carabinieri sono quelli di Piacenza, Zerba, Cerignale, Corte Brugnatella, Ottone, Ferriere, Bobbio, Travo, Coli. I militari hanno acquisito documentazione presso gli uffici del servizio di edilizia e urbanistica del Comune di Piacenza in via Scalabrini.

Abrate Pradella

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