Crollo delle nascite, a Piacenza in venti anni meno 17,3 per cento. Ma il resto d’Italia va peggio
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Piacenza è tra le province d’Italia dove negli ultimi 20 anni la natalità è calata di meno (-17,3%). Siamo sesti a livello nazionale; secondi a livello provinciale, dopo Parma, ovvero la provincia che ha contenuto più di tutte il crollo delle nascite. E’ quanto si apprende dalle statistiche, relative all’ultimo ventennio, fornite da Istat e rielaborate su base provinciale da “Il Sole 24 Ore”, che fotografano un declino demografico che segna in maniera generalizzata tutto il Paese.
Rispetto al 2002, nell’ultimo anno il tracollo più significativo è avvenuto nella provincia di Barletta, Andria e Trani: qui i nuovi nati iscritti all’anagrafe ogni 1000 abitanti sono infatti diminuiti del 39,5%. Seguono Sassari (-37,9%) e Oristano (-37,8%). A livello nazionale il tasso di natalità 2020 è crollato del 28% rispetto all’inizio del millennio, con un trend sostanzialmente invariato anche tenendo conto delle stime sul 2021 (dati provvisori aggiornati a novembre 2021) che si attestano sul -27,7%: in termini assoluti a mancare all’appello sono circa 136mila culle. In questo quadro Piacenza fa decisamente meglio, con un crollo contenuto di circa 10 punti percentuali rispetto alla media nazionale e fissato al -17,3%. Hanno risultati migliori solo le province di L’Aquila, La Spezia, Bolzano, Trieste e Parma.
“La mappa provinciale del calo demografico – commenta Il Sole 24 Ore – ha viaggiato a due velocità. Dal 2002 al 2008 ha riguardato solamente Sud e Isole, mentre al Centro le nascite addirittura sono risultate in crescita del 10 per cento. Dal 2008 ad oggi, invece, il calo è stato generalizzato in tutto il Paese”.
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