Inchiesta corruzione, Castelli in Tribunale: “Ho sempre agito nell’interesse della mia comunità”

Proseguono gli interrogatori di garanzia al Tribunale di Piacenza per gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione della Procura della Repubblica di Piacenza.

Nella mattinata sono arrivati dal carcere delle Novate il sindaco di Cerignale Massimo Castelli e quello di Corte Brugnatella Mauro Guarnieri. Castelli, assistito dagli avvocati Stefano Marchesi e Gaetano Lecce, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea: “Tutto quello che ha fatto l’ha fatto nell’interesse della comunità e non per interesse personale. Punto”- ha specificato l’avvocato Marchesi. “Data la complessità e l’articolazione delle imputazioni dell’ordinanza, – ha proseguito il legale – Castelli si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha rilasciato spontanee dichiarazioni, in attesa di un suo approfondimento dei vari capi di imputazione, che sono tanti e alcuni risalgono a parecchi anni addietro. C’è la necessità di fare mente locale da parte del nostro cliente e ripercorrere gli eventi che si sono succeduti nel tempo”.  Quanto alle misure cautelari, il legale ha precisato che per Castelli è stata chiesta la detenzione domiciliare.

Castelli Tribunale

L’arrivo di Castelli in Tribunale

Guarnieri Tribunale

L’arrivo di Guarnieri

L’ex sindaco di Corte Brugnatella, Mauro Guarnieri, ha parlato per un’ora davanti al Gip. I suoi legali, Luigi Salice e Romina Cattivelli, non hanno rilasciato dichiarazioni. Gli interrogatori di garanzia riprenderanno mercoledì, quando verranno sentiti gli amministratori e i tecnici ai domiciliari dallo scorso 10 febbraio.

Nella giornata di lunedì erano stati sentiti i due imprenditori finiti in carcere, Nunzio Susino, difeso dall’avvocato Paolo Fiori, e Maurizio Ridella, difeso dagli avvocati Francesco Centonze e Giovanni Miozzari del foro di Milano. Sia Susino che Ridella si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Nella mattinata di giovedì 10 febbraio la maxi operazione dei carabinieri e della Procura ha scosso la comunità piacentina, con perquisizioni nei Comuni dell’Alta Valtrebbia, da Travo a Zerba, a Ferriere, così come nella sede della Provincia e del Comune di Piacenza, oltre che nelle abitazioni e uffici di 34 tra amministratori, imprenditori, tecnici comunali e imprese. Undici gli arresti: le accuse a carico delle persone in custodia cautelare sono a vario titolo di associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti e della libertà del procedimento di scelta del contraente, frode nelle pubbliche forniture, falso materiale e falso ideologico commesso dal Pubblico Ufficiale, truffa e voto di scambio.

Sono state eseguite 4 custodie cautelari in carcere, 7 custodie cautelari agli arresti domiciliari, un divieto di dimora, 2 commissariamenti giudiziari d’azienda e 1 misura interdittiva del divieto di contrarre con la p.a. nei confronti di una società.

Commenti

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  1. Scritto da Sandro Gorra

    Castelli è un po’ come Mimmo Lucano?