Pd, Malchiodi nuova segretaria cittadina. Berra verso la segreteria provinciale

Congresso provinciale del Partito Democratico di Piacenza, Renza Malchiodi nuova segretaria cittadina e Carlo Berra verso la segreteria provinciale, elezione che verrà ratificata nell’assemblea del prossimo 17 febbraio. E’ l’esito dell’assise del circolo più grande della provincia, quello del capoluogo, che si è tenuta domenica 13 febbraio alla Camera del Lavoro. Presenti la parlamentare Paola De Micheli e la consigliera regionale Katia Tarasconi.

A confrontarsi ancora una volta i due contendenti alla segreteria provinciale, Paola Gazzolo e Carlo Berra, mentre per la carica cittadina a sfidare Renza Malchiodi è stato Gianni Cravedi. Una discussione che inevitabilmente ha risentito dei clamorosi sviluppi giudiziari, con l’arresto di tre sindaci nei giorni scorsi, e della rottura politica avvenuta all’interno dello schieramento di centrosinistra, con la fine dell’esperienza unitaria di Alternativa per Piacenza. Per la carica di segretario cittadino Malchiodi (che sostiene Berra a livello provinciale) ha prevalso su Cravedi (a fianco di Gazzolo) per 104 voti a 88. Quanto al livello provinciale, il vantaggio di Berra sulla Gazzolo si è consolidato con 317 voti a 237. Ecco quello che hanno detto i due candidati.

congresso Partito Democratico Piacenza

“Non ci sono mai stati passaggi che hanno violato le norme di democrazia di questo partito – le parole di Carlo Berra –  relativamente al percorso di Alternativa per Piacenza. Non voglio entrare nel merito di App, del dibattito che si è sviluppato, perchè oggi siamo in una fase nuova. Abbiamo deciso di separare i percorsi. Su Stefano Cugini non mi esprimo, secondo me ha fatto una scelta sbagliata, perché è sempre triste quando si abbandona un percorso. Bisogna partire dalla realtà, e rispetto a questa si assumono orientamenti e decisioni. Ora siamo immersi in una realtà di cambiamenti epocali. Chi ha avuto l’intuizione di costruire questo partito ha fatto un piccolo capolavoro: mettere insieme i riformisti storici che hanno fondato questa Repubblica. Il riformismo laico del Pci e del partito socialista e il cattolicesimo democratico. Se oggi siamo ancora in grado di confrontarci e di discutere è un dato, ma non sono sufficienti valori e programmi, serve anche un pensiero unificante, che dia una unica motivazione a chi proviene da percorsi diversi. Ora un pensiero unificante non c’è stato. Io credo che il pensiero unificante è uno solo, l’ideologia che dovrebbe affermarsi è quella della democrazia. Noi siamo la forza della democrazia, che va rinnovata. Dobbiamo lavorarci a tutti i livelli. Si parla di partiti, perché senza partiti non c’è democrazia”. “Mi ha proposto questa candidatura un gruppo di donne – ha aggiunto – per me è stata una cosa nuova. Sono persone che meritano e dovranno essere valorizzare. C’è chi dice che non abbia una tenuta gagliarda e giovanile, ma non sono neanche moribondo. La mia intensità di lavoro non verrà meno, la mia non è una candidatura da traghettatore, ma da segretario a tutti gli effetti se sarò eletto”.

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Paola Gazzolo ha puntato sulla necessità di rilancio del partito: “Da portare avanti perchè siamo l’unico partito che porta avanti meccanismi autenticamente democratici, è un partito di cui il Paese ha bisogno”. E sulle indagini giudiziarie ha detto: “Sono garantista e per la legalità, ma sono vicina a chi sta subendo dei provvedimenti sproporzionati rispetto alle accuse”. “Abbiamo lasciato che nella città – ha fatto notare – si sviluppasse un vuoto politico, lasciando spazio a personalismi e ciò non fa bene al nostro territorio e alla qualità democratica anche del nostro partito. Oltre alle grandi questioni che abbiamo sempre affrontato – reiterata sfiducia verso i partiti, crisi della democrazia rappresentativa – ora dobbiamo affrontare il post pandemia, che ha acuito disuguaglianze sociali, ci ha isolato e reso consapevoli dell’importanza della sanità, ci ha fatto però riscoprire il valore della socialità, necessità di una rigenerazione del nostro sistema di sviluppo. Il Pd vuole ripartire e rilanciarsi perchè meno iscritti significa meno iniziativa politica, più personalismi”. E sulla coalizione: “In App non siamo andati con una forte visione identitaria del nostro partito, ma con singoli esponenti che hanno espresso la propria”.

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