Poca lucidità e aggressività, tanti errori. Piace, che succede? COMMENTO

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Al termine di una partita di una esemplare bruttezza il Piacenza soccombe alla Triestina di fronte ad un pubblico davvero scarso che ha pochi motivi ed occasioni per riscaldare membra ed animi.

Cross dal fondo tanti, ma tiri in porta pochi. Entrambe le squadre hanno difficoltà nella costruzione della manovra, anche perchè più impegnate a chiudere gli spazi all’avversario che procurandosene dei propri. Alla fine la spunta la Triestina, che spezza l’equilibrio della partita in modo rocambolesco e quindi inscena una sceneggiata davvero triste di tuffi a terra, ostruzionismi vari e perdite di tempo record, approfittando dell’assoluta incapacità di un arbitro che, nonostante tutto (ed è doveroso riconoscerlo), non ha influito sul risultato perchè la Triestina ha vinto con pieno diritto avendo sfruttato le uniche occasioni capitatele, mentre il Piacenza non è stato capace di indirizzare un solo tiro nella porta avversaria. Così, dopo quattro vittorie consecutive, eccoci alla terza sconfitta consecutiva, mentre domenica prossima arriverà la capolista Sudtirol.

E’ difficile spiegare cosa stia succedendo alla squadra di Scazzola, che, rispetto a qualche tempo fa, ha perso in lucidità ed in aggressività incorrendo in errori eccessivi nel numero e nella qualità. Impressiona, pure, il calo di rendimento di giocatori importanti nello schieramento tattico con la conseguenza che risulta alquanto problematico costruire azioni di una certa pericolosità. Davvero una brutta serata. Prima di chiudere vorremmo dire che l’espulsione di Cesarini è assolutamente ingiustificata: il giocatore biancorosso alza il braccio per divincolarsi e sfiora sul petto l’avversario che rotola per terra simulando di essere stato colpito al viso. L’arbitro è a due passi ed invece di espellere il giocatore ospite mostra il cartellino rosso al piacentino. Fiore all’occhiello di una direzione arbitrale preoccupante per la categoria.

Luigi Carini

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