“Nelle grandi città russe prevale il dissenso verso la guerra, preoccupazione ovunque”

Come è la situazione a Mosca e in Russia? Per capire che cosa sta succedendo in quel paese sterminato dopo l’invasione dell’Ucraina e le pesanti sanzioni disposte dai paesi occidentali, abbiamo di nuovo contattato Vittorio Torrembini, piacentino originario di Alseno e console onorario dell’Italia nelle regioni centrali russe, che si trova a Mosca e si occupa di rapporti imprenditoriali tra l’Italia e la Russia. Lo avevamo interpellato nei giorni immediatamente successivi allo scoppio della guerra, ora ci aggiorna anche dopo la stretta sui mezzi di comunicazione decisa dal Cremlino.

Come è la situazione a Mosca dal punto di vista della vita quotidiana, si fanno sentire gli effetti pratici delle pesanti sanzioni alla Russia?
Gli effetti delle sanzioni occidentali e delle contromisure prese da Mosca sono ormai assai visibili. Code ai bancomat e agli sportelli bancari per accaparrarsi la valuta straniera vista la carenza di liquidità del sistema finanziario. Code anche alle farmacie, dove iniziano a scarseggiare i preparati importati dall’estero. Più in generale si avverte un clima di profonda incertezza e preoccupazione.

 Abbiamo appreso che in Russia sono stati chiusi Facebook e Twitter, la Bbc se n’è andata, è proibito l’uso della parola guerra (al suo posto c’è “operazione speciale”), che percezione c’è lì dell’invasione dell’Ucraina, della sofferenza inflitta al popolo e dell’esodo dei profughi?
In realta sia Facebook che Twitter sono sottoposti ad un regime di filtro che rallenta l’utilizzo. Poi sono state approvate norme che regolano le prese di posizione pubbliche sulle operazioni militari. Si parte da semplici contravvenzioni per i casi più lievi fino a diversi anni di carcere nel caso di azioni programmate e finanziate dall’estero. Nell’ultima settimana solo su Facebook sono comparsi post (sponsorizzati) contro l’operazione militare russa per decine di milioni di euro. La popolazione vive con grande sofferenza la grave situazione di una buona parte dei profughi, tuttavia, a differenza dei mezzi di informazione occidentali, conosce anche la situazione drammatica dei cittadini di diverse città ai quali viene impedito di lasciare le loro case dalle formazioni nazionaliste ucraine. Tenete conto che buona parte delle famiglie ucraine hanno stretti rapporti di parentela in Russia.

Alcuni analisti avanzano ipotesi di un Putin indebolito nel suo potere assoluto, con dissensi più o meno sotterranei all’interno dell’apparato militare e di governo. C’è qualcosa di vero? La guerra può cambiare qualcosa nel blocco di potere putiniano?
Francamente, non sono in grado di fare previsioni, su quanto potrà avvenire nelle prossime settimane. La mia sensazione è che l’opinione pubblica di Mosca e San Pietroburgo sia in gran parte contraria alla operazione di Putin, mentre la provincia sia ancora molto legata ai valori patriottici ai quali si richiama il presidente russo. Conoscendo abbastanza bene la profonda anima di questo popolo, mi sentirei di dire che alla fine pur tra mille sacrifici i russi resisteranno, con o senza Putin.

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