Effetto covid sull’obesità, tra bimbi che pesano oltre 60 kg e 50 nuove richieste di chirurgia bariatrica

Tutela della salute e della qualità della vita: con questo obiettivo viene promosso anche a Piacenza l’Obesity Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione su una patologia dalle gravi ripercussioni anche sociali.

L’Ausl di Piacenza ha organizzato per la mattinata 4 marzo una serie di colloqui informativi (su prenotazione, tutte le info in calce al testo), approfittando dell’allentarsi della morsa della pandemia covid. La prevenzione della salute ora può prendersi il giusto spazio, sottolinea il dottor Giorgio Chiaranda, direttore Epidemiologia e promozione della Salute, nel far presente come – secondo i dati Ocse – l’obesità assorbisca l’8% della spesa sanitaria, faccia ridurre di 3 anni l’aspettativa di vita, e ridurre del 3,5% il Pil. “Questa patologia ha un impatto importante sia in ambito sanitario, sociale ed economico. I ragazzi obesi sono più esposti ad atti di bullismo, condizionando anche il loro apprendimento scolastico” – spiega. Un adulto su 10 è obeso, il 30% è in sovrappeso, dati tutto sommato positivi per l’Italia ma che peggiorano drasticamente prendendo in esame i bambini. Il Belpaese è quarto a livello mondiale per bambini obesi. “Un segno preoccupante per il futuro – dice -. A Piacenza abbiamo attivato oltre 20 progetti mirati, come Ausl, in 30 scuole della provincia, oltre ad aver previsto una rete di servizi sul territorio”.

L’obesità infantile è una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali. Un ruolo fondamentale viene quindi svolto dai pediatri di famiglia, come ricorda il dottor Roberto Sacchetti. “Sono tanti gli errori che riscontriamo: colazioni mal strutturate, troppe bibite gassate o snack fuori pasto non adatti, così come poca attività fisica – sottolinea -. I genitori pensano che far fare ai figli un paio d’ore di sport alla settimana sia sufficiente, non è così”. I casi che necessitano di un supporto ulteriore vengono poi indirizzati alla sanità territoriale. L’Ambulatorio Diabetologia Pediatrica effettua circa 45 visite all’anno.

“Ma spesso chi prenota non si presenta. Non c’è la consapevolezza che l’obesità sia una malattia, quanto un problema segnalato da altri – dice la dottoressa Sara Riboni -, per non parlare dei casi in cui non è solo il bimbo ad avere problemi di peso, ma tutta la famiglia e che quindi è necessario un cambiamento dello stile di vita di tutto il nucleo familiare. Faccio l’esempio di un piccolo paziente di 9 anni, che abbiamo visitato recentemente: nell’arco di due anni il suo peso è passato dai 33 ai 63 kg. Cosa può essere successo? Per questo è fondamentale intervenire prima e noi medici dovremmo diventare dei ‘maghi’, per scoprire fin dall’inizio, magari dallo svezzamento, quali bimbi possano avere un’inclinazione a sviluppare questo tipo di patologia”. “Fondamentale è l’attività fisica – aggiunge il collega Giuseppe Cannalire -. I bambini devono muoversi almeno un’ora al giorno, il che significa fare una vita attiva. Non solo sport, ma magari camminare insieme ai propri genitori, dare una mano in casa”.

Passando invece agli adulti, la dottoressa Jessica Rolla, referente ambulatorio DCA e malattie metaboliche, dice che la pandemia ha accentuato l’aumento di pazienti obesi. “Da novembre ad oggi abbiamo visitato 50 nuovi pazienti che hanno richiesto di poter accedere alla chirurgia bariatrica – spiega -. Ovviamente non tutte le richieste saranno accolte, e molti di loro dovranno affrontare un percorso diverso, che comporterà la modifica del loro stile di vita. Il 4 marzo saremo disponibili, qui in ambulatorio, per fornire indicazioni e informazioni ai cittadini”. “Da novembre 2021 è ripresa anche l’attività di chirurgia bariatrica, nell’ospedale di Castelsangiovanni con una decina di interventi fino ad oggi – spiega il chirurgo Andrea Romboli, insieme al collega Simone Isolani -. Spesso i pazienti che si rivolgono a noi non hanno consapevolezza rispetto a cosa significhi questo tipo di procedura, in realtà è necessario un profondo cambiamento dello stile di vita. Chi si rivolge a noi è giovane, con un’aspettativa di vita lunga: adottare i corretti cambiamenti ha un impatto positivo non solo su di loro, ma anche sulla società e l’economia”.

“Questa battaglia – conclude Giuseppe Biasucci, direttore del Reparto di Pediatria e Neonatologia dell’Ausl – si vince davvero con la prevenzione, perché chi è obeso da piccolo lo resta anche da adulto. Occorre iniziare questa attività di sensibilizzazione proprio dai bambini e dalle mamme in gravidanza”.

OBESITÀ NELL’ADULTO – Per la mattina del 4 marzo l’Ausl di Piacenza organizza colloqui informativi gratuiti dedicati a persone adulte con obesità con i professionisti sanitari dell’ambulatorio DCA/Malattie metaboliche e della Chirurgia bariatrica. È obbligatoria la prenotazione. Per prenotare un colloquio informativo: è possibile chiamare il numero 0523.302037 dalle ore 8.30 alle 15.30; scrivere a comunicazione@ausl.pc.it indicando nome e cognome e numero di telefono e la fascia oraria di preferenza per i colloquio (dalle 9 alle 12). La persona sarà poi richiamata da un operatore Ausl per la comunicazione dell’appuntamento.

I colloqui si svolgono venerdì 4 marzo, dalle ore 9 alle 12, in ospedale a Piacenza – Edificio 1 A, Nucleo antico, secondo piano (ambulatorio DCA/Malattie metaboliche)

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