Profughi Ucraina, i timori dei sindaci “Impossibile verificare gli arrivi: rischio sanitario e sociale”

“Impossibile verificare gli arrivi dei profughi ucraini sul territorio, rischio sanitario e sociale”. Sono questi i timori espressi dai sindaci di Piacenza durante la riunione settimanale della conferenza socio sanitaria, presieduta da Lucia Fontana sindaco di Castelsangiovanni. Insieme ai vertici Ausl è stato fatto il punto rispetto alle buone pratiche da adottare, affinché l’accoglienza venga gestita nel modo più possibile efficace e a tutela della salute di tutti.

A preoccupare e non poco i primi cittadini e la stessa Ausl è infatti l’aspetto sanitario: è noto che in Ucraina il tasso di vaccinazione anti covid è molto più basso che in Italia (è poco oltre il 30%), e il rischio di portarsi di nuovo in casa un nemico contro il quale si combatte da oltre 2 anni è tangibile. A complicare il tutto, è l’impossibilità di tenere monitorati gli arrivi dei profughi, che stanno avvenendo in maniera spontanea. Un conto sono le auto o pullmini con poche persone a bordo, un conto sono gli autobus da 60-70 persone: proprio per questo sarebbe opportuno attivare Prefettura e Protezione Civile, per individuare un punto fisico sul quale far convogliare tutti i mezzi.

“Sono molto preoccupata e poco ottimista rispetto all’evolversi della situazione – dice il sindaco e presidente della Provincia, Patrizia Barbieri -. Non sappiamo con certezza quante persone siano arrivate sul nostro territorio e quali siano le loro condizioni sanitarie. Le criticità sono poi anche di carattere sociale e di assistenza: dove faremo alloggiare tutte queste persone? Anche nel caso in cui vengano accolti da parenti o amici, verrà verificato se ci siano o meno le condizioni per la coabitazione? Molti profughi sono poi bambini, che dovranno essere presi in carico, inseriti nei nostri servizi. Ma il tema principale è: sappiamo quello che sta accadendo sul nostro territorio? Altrimenti continuiamo a ricorrere qualcosa che ci sta scappando di mano. Ho l’impressione di rivivere la stessa situazione di due anni fa, quando ci siamo misurati con il covid e ho paura che vengano vanificati tutti i nostri sacrifici in pochi giorni”.

Ma i timori dei sindaci non riguardano solo il covid, come ricorda il sindaco di Castelsangiovanni, Lucia Fontana. “Dobbiamo tenere presente anche la morbilità di altre patologie, come il morbillo e la varicella – dice -. Questa situazione va gestita in modo comune e va fatto presente a chi arriva sul nostro territorio che il loro primo interlocutore è la Questura”. Filippo Zangrandi, primo cittadino di Calendasco, condivide le posizioni di Barbieri e Fontana e fa un esempio che riguarda il suo territorio. “Proprio oggi ho accolto una famiglia, con una bambina cardiopatica – riferisce – e mi chiedevo appunto quale fosse l’iter per poter garantire a loro l’assistenza sanitaria”. “Sono anch’io preoccupata dall’aspetto sanitario dell’accoglienza – interviene Patrizia Calza, sindaco di Gragnano -. Da un lato si corre il rischio di accentuare i timori della cittadinanza, dall’altro però si corre il rischio di essere superficiali se non si tengono in considerazione queste ripercussioni”.

“Anche noi in azienda – spiega il direttore generale Ausl Giuliana Bensa – condividiamo le vostre preoccupazioni, perché veniamo da due anni molto difficili. Ci stiamo attenendo alle indicazioni fornite a livello centrale, in costante rapporto con la Questura. Al momento sono 150 le persone (dato poi aggiornato a 210, ndr) che stiamo già contattando, invitandoli a sottoporsi a tampone. Di queste, 40 lo hanno già fatto e sono tutte risultate negative. Per la vaccinazione anti covid dobbiamo aspettare: iniziamo oggi con il servizio. Gli uffici di viale Malta sono i primi interlocutori, anche nel caso di minori – dice rispondendo alla domanda del sindaco di Calendasco -. Al momento il servizio tamponi allestito con Anpas vicino alla Questura è sufficiente a fronteggiare le richieste, ma è certo che se i numeri dovessero aumentare l’ambulatorio mobile non sarà più sufficiente”.

Infine, lo strumento più efficace per riuscire a governare per quanto possibile questa situazione è uno solo: l’informazione. “Se avete contatti con associazioni e enti che si stanno occupando di far arrivare profughi a Piacenza, fate circolare il più possibile queste indicazioni – il suo appello -. Come azienda Usl stiamo predisponendo un nuovo opuscolo in ucraino, con tutte le informazioni necessarie. Certo, anche io sono stupita nel vedere come pullman di 70 persone riescano ad arrivare sul territorio senza essere ‘intercettati’ prima lungo il percorso, ad esempio ai valichi di confine, allertando così le autorità competenti”.

Da parte dell’azienda, tramite il direttore Massimo Zucchini, è invece arrivata ai sindaci la richiesta di segnalare traduttori/mediatori di origine ucraina, per facilitare la comunicazione tra gli operatori e i neo assistiti. Antonio Vincini, sindaco di Lugagnano, chiede invece a chi comunicare eventuali disponibilità di alloggio. In questo caso, è stato detto, l’interlocutore è la prefettura.

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