Lettere al direttore

Sì alla Pace e alla solidarietà al popolo ucraino, ma come?

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Sono un maestro da tempo dichiaratosi pacifista e nonviolento. Stiamo vivendo giorni bui a causa del conflitto tra Russia e Nato e dell’invasione assassina di Putin dell’Ucraina. Non eravamo ancora fuori dalla Pandemia ed ecco che questa guerra mette in discussione l’esistenza del genere umano stesso. Le persone si scoprono fragili e impotenti, la guerra pervade i nostri pensieri ed io mi ritrovo con il desiderio di voler essere utile alla causa della Pace: organizzo manifestazioni e spingo affinché le persone comuni facciano sentire il loro desiderio di Pace, senza dimenticare la solidarietà concreta.

Sabato 26 febbraio ho incontrato la comunità, in gran parte donne, ucraina piacentina. Per loro è un momento tragico, di dolore e disperazione per le persone care che vivono in Ucraina o che stanno combattendo per difendere il Paese. Ho discusso con loro onestamente portando solidarietà e le mie idee. Ci ho messo la faccia e non è facile poiché non era un momento di preghiera o di semplice offerta di aiuto, cosa che ho comunque fatto, ma di discussione sul come poter uscire dalla guerra. Oggi ho letto il dramma della signora Halina che ha saputo del figlio ucciso in combattimento. Come posso rimanere indifferente? Non lo sono e vorrei essere loro utile oltre a dirgli che sono dalla loro parte. Ma sono un pacifista e pur capendole quando chiedono armi per difendersi non sono d’accordo. Non lo sono, pur comprendendo e certamente non biasimando chi sulla propria terra difende anche con le armi la propria esistenza. Credo però che inviare armi significhi prolungare i morti e le sofferenze e non risolvere il problema.

Oggi abbiamo bisogno di tutti gli sforzi dell’Europa e dell’Onu per riportare Putin al tavolo della trattativa. Io non sono un analista politico ma Stati Uniti ed Europa avevano già ampiamente capito che voler sfidare Putin mettendo basi Nato e armi nucleari ai suoi confini avrebbe finito per provocare questo disastro. Sia chiaro nessuna attenuante a Putin, ma penso che qualcuno abbia giocato  sulla pelle degli ucraini. Soffro pensando alle persone sotto il bombardamento dell’esercito russo, come soffro pensando agli ignari soldati russi mandati a morire per qualcosa che non appartiene loro. Penso che manifestare sia fondamentale e credo che se in tutti i paesi europei la stragrande maggioranza delle persone facesse pressione sui propri leader si potrebbe invertire questa carneficina.

Come ho detto alle donne ucraine sono disposto ad aiutarle ma senza imbracciare il fucile. Anche il nostro Governo con l’accordo di tutti i partiti ha deciso di inviare aiuti militari all’Ucraina. Forte in me sale il desiderio di pensare a qualche azione nonviolenta, il desiderio di trovare un nutrito numero di persone che possano andare ad interporsi o comunque a disturbare le azioni militari. Certo in momenti come questi tutti, se aggrediti, vorremmo che i popoli e le nazioni ci aiutassero. Nel corso della mia vita ho cercato di sostenere le cause di tanti popoli, penso per esempio a Solidarnosc in Polonia, al popolo cileno e ai diritti da tanti anni reclamati e ancora non ottenuti dei palestinesi. Nel 1989 ci recammo a Gerusalemme in tanti piacentini per sostenere le ragioni del dialogo e della riconciliazione nel rispetto del diritto dei due popoli ad esistere. Facemmo una catena umana intorno alla città vecchia insieme a  ebrei ed arabi. Fummo picchiati selvaggiamente dai militari del governo israeliano.

A mio figlio ho cercato di trasmettere il messaggio che qualunque persona in lotta per i propri diritti merita il nostro aiuto e di non fare come quelli che non fanno mai nulla per nessuno, ma quando succede a loro un torto reclamano aiuto e solidarietà. Da maestro ho cercato di far vivere esperienze ai bambini che potessero aiutarli a diventare cittadini consapevoli. I care (mi interessa). Bambini e ragazzi che, se viene data loro la possibilità di esprimersi, sono capaci di grandi azioni.

Bernard Benson, uno scienziato  inglese di fama che ha contribuito alla ricerca di armamenti militari ad un certo punto abbandonò tutto e si dedicò alla Pace. Scrisse un bellissimo libro diventato rapidamente un best seller, “Il libro della Pace” edizioni Gruppo Abele, dove la passione e la tenacia di un ragazzino riesce a salvare la terra dal rischio dell’estinzione a causa delle armi nucleari. Io credo che questo non sia solo un bel libro e per diventare realtà necessita di una maggiore consapevolezza degli adulti e di attenzione verso il mondo infantile. Bambini, ragazzi fatevi sentire, non assecondate chi vi vuole passivi. Pensate all’importanza di Greta Thunberg che appena sedicenne è riuscita a sconvolgere i piani dei potenti e a mobilitare milioni di ragazzi. Bambini, ragazzi liberate al mondo i vostri pensieri di Pace. Costringete i Presidenti ad ascoltarvi.

Roberto Lovattini

 

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