Una nuova tecnica operatoria contro l'”angina pectoris”: “Primo intervento a Piacenza”

È noto comunemente con il termine di “angina pectoris” il dolore al torace che stava affliggendo un paziente piacentino di 77 anni. Tutta colpa dello scarso afflusso di sangue al cuore che, temporaneamente, determinava mancanza di ossigeno al tessuto dell’organo. Per curarlo ed controllare questo sintomo così invalidante, i professionisti della Cardiologia di Piacenza hanno provato diverse soluzioni: né i farmaci né il tentativo di riaprire i vasi con angioplastica hanno dato però i risultati sperati. Ecco allora che per il paziente si è utilizzata una nuova opportunità di cura.

Lo scrive l’azienda Ausl sulla propria pagina Facebook, spiegando le modalità terapeutiche messe in atto dall’’equipe di Emodinamica, che ha eseguito con successo il primo caso di impianto di “Reducer”. Si tratta di una nuova opzione terapeutica che consiste nel posizionamento di uno stent all’interno del seno coronarico, ossia nella parte venosa della circolazione del cuore, allo scopo di aumentare la pressione in quella zona e a ritroso a livello delle arteriole capillari, con conseguente migliore ossigenazione del muscolo cardiaco. Il dispositivo si è dimostrato efficace nel migliorare il controllo del dolore. Adesso il 77enne può svolgere attività fisica senza sintomi.

La procedura è stata effettuata con paziente sveglio, in anestesia locale, attraverso la puntura guidata con ecografia della vena giugulare interna del collo: il tutto in appena 30 minuti. E il 77enne è stato dimesso senza complicazioni. In questo caso specifico è stato registrato fin da subito un miglioramento dei sintomi. “È stato il primo a Piacenza – commenta il dottor Guido Rusticali, responsabile dell’unità operativa di Cardiologia Interventistica – e tra i primi nella nostra Regione, anche se a riguardo esiste già un’ampia letteratura che sostiene l’efficacia e la sicurezza di tale procedura in casi ben selezionati”.

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