25 aprile, il Comune: “Nessun divieto alle chitarre, solo rispetto alla messa”

Canti in piazza il 25 Aprile, non c’è nessun divieto, solo la richiesta di evitare l’amplificazione per rispetto alla cerimonia religiosa. L’amministrazione comunale di Piacenza precisa la richiesta avanzata nei confronti degli organizzatori dell’appendice musicale alla manifestazione ufficiale, “Cento chitarre” con i tradizionali canti partigiani, di non utilizzare impianti di amplificazione del suono, in concomitanza con la celebrazione religiosa nella vicina basilica di San Francesco.

“Come risulta ben evidente anche dai verbali delle riunioni preparatorie alla cerimonia del 25 aprile – spiega una nota del Comune – tenutesi nelle scorse settimane presso il Palazzo comunale e a cui hanno preso parte i soggetti interessati alle fasi organizzative, compresi i rappresentanti dell’Anpi, è stata avanzata in tali sedi – e nemmeno dall’Amministrazione comunale in primis, che l’ha comunque condivisa – la richiesta di avere tutti l’accortezza di non utilizzare impianti di amplificazione, sulla piazza Cavalli o sue pertinenze, almeno fino al termine della Messa nella limitrofa Basilica di San Francesco.

Questo in ottemperanza a quei principi di rispetto reciproco e di libertà che si vorrebbero conquistati. Tanto si precisa, al fine di evitare spiacevoli fraintendimenti e cattiva informazione che non fa altro che nuocere al senso più profondo della celebrazione”.

LISTA @SINISTRA “NESSUN IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE, REVOCARE IL DIVIETO” – Sulla vicenda interviene con una nota anche la lista @Sinistra che sostiene il candidato sindaco di Alternativa per Piacenza Stefano Cugini: “Negli altri 12 anni di “100 chitarre” – affermano – non è mai stato utilizzato un impianto di amplificazione ma solo un piccolo impianto tecnico per consentire a tutti i musicisti di coordinarsi fra loro durante l’esecuzione delle canzoni tant’è , come è ampiamente dimostrato nei video delle precedenti manifestazioni, che la modesta amplificazione è ampiamente sovrastata dalle voci dei cori dei presenti. Comunque sia, troviamo ingiusto impedire la realizzazione nel migliore dei modi di un momento gioioso, senza il quale, a Piacenza, i festeggiamenti del 25 aprile non sarebbero la stessa cosa. La motivazione è peraltro risibile. Nessun disturbo si arrecherebbe né si vorrebbe recare alla contemporanea messa in San Francesco”.

“Si revochi questo divieto – chiedono – e si dia la massima collaborazione alla riuscita di questo momento popolare e aspettato da tanti. Preferiamo cantare, suonare e danzare alla protesta che ci sentiremmo in dovere di esprimere se lo stop fosse confermato, pacifica ma risoluta e rumorosa”.

“Nello stesso tempo – aggiungono – esprimiamo il nostro disappunto per la scelta, che da qualche anno viene effettuata, di impedire che le persone possano avere liberamente accesso alla piazza durante i comizi celebrativi. Perché questa presa di distanza dai cittadini e da chi vuole festeggiare degnamente la Liberazione? Ben diversa si presentava la piazza durante la prima manifestazione dopo la caduta del fascismo e la Liberazione dal Nazi fascismo. La piazza era stracolma e brulicante di gente festante che gioiva. Ma ultimamente si tende ad annacquare l’antifascismo e a mettere tutti sullo stesso piano e a non citare mai che la lotta di Liberazione è stata lotta di popolo contro il fascismo. Rivendichiamo quindi il diritto di poter suonare e cantare in piazza e festeggiare degnamente il 25 aprile. Dalla Resistenza, con il contributo di tutte le forze democratiche di diversa ispirazione (cattolica, liberale, repubblicana, socialista e comunista) nacque una Costituzione ancora oggi ammirata in tutto il mondo. Non riduciamo la festa della Liberazione in un teatrino degno di Don Camillo e Peppone, chiediamo un gesto di buon senso all’Amministrazione Comunale e alle autorità (questura e prefettura)”.

Nel caso questo gesto non ci fosse invitiamo l’Anpi a richiedere la convocazione del tavolo con le sopra citate autorità e amministrazione Comunale e di farsi interprete del sentire di tanti antifascisti chiedendo di: riaprire la discussione organizzativa convocando questura, prefettura e comune e lasciare la possibilità alle 100 chitarre di accompagnare le 1000 voci di chi vuole essere lì a cantare aprire la piazza al libero accesso di antifasciste e antifascisti È inutile lamentarsi ogni anno dell’assenza di giovani, la festa del 25 aprile non può ridursi ad una celebrazione rituale”.

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