Conciliare vita e lavoro, sfida possibile: un decalogo delle buone pratiche

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Un decalogo delle best practices per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è stato il focus del convegno “Armonizzare vita e lavoro: una sfida possibile”, che si è tenuto nella mattinata di oggi (mercoledì 13 aprile) nella sede della Provincia di Piacenza.

Un bilancio molto positivo dell’appuntamento è stato tracciato dal presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri: «Gli interventi sono stati tutti di grande portata. Una crescita armoniosa costituisce un vantaggio per tutti: relatrici e relatori dell’incontro di oggi hanno suggerito soluzioni efficaci e concrete, che possono davvero accompagnare nel quotidiano il cambiamento che va rafforzato ad ogni livello. Cito ad esempio la necessità per l’impresa di oggi di sposare due linee organizzative (quella organizzativa e strategica con quella che guarda ai valori e alle risorse umane) o l’idea del nido nel futuro ospedale, previsto dallo studio di fattibilità dell’Ausl, ma tutte le relazioni sono state illuminanti, così come lo sono gli obiettivi del progetto “Le città delle donne” alla cui rete il Comune di Piacenza ha aderito e alla quale la Provincia di Piacenza ha invitato ad aderire tutti i comuni del territorio».

il convegno

Proprio il presidente Barbieri ha aperto la giornata con i saluti istituzionali, durante i quali ha anche ringraziato per il proficuo lavoro svolto l’attuale consigliera provinciale con delega alle Pari Opportunità, Giulia Monteleone, e la precedente consigliera provinciale con analoga delega, la consigliera regionale Valentina Stragliati. La stessa Giulia Monteleone, consigliere provinciale con delega alle Pari Opportunità, ha evidenziato l’ottica pragmatica e sistemica del convegno: «Il ruolo delle istituzioni è anche quello di mettere in rete realtà differenti e importanti per il territorio per far emergere storie, criticità e potenzialità delle aree coinvolte e provare a trovare spunti operativi, ipotesi di soluzioni concrete, nuove strade da percorrere. In questo percorso il ruolo della donna va fatto emergere attraverso il sostegno necessario per permetterle di autodeterminarsi all’interno di una rete di relazioni di cui non si può non tener conto per il benessere della società intera».

Francesco Maria Piva, Consigliere di Parità della Provincia di Piacenza, ha sintetizzato proprio la normativa e le modalità di intervento della figura che ricopre, spiegando quando e come può intervenire. Presentando un caso pratico di armonizzazione vita/lavoro all’interno di una realtà aziendale piacentina, ha sottolineato come alcuni benefit (ad es. i pacchetti ore famiglia/salute) e accordi di flessibilità ad hoc in azienda (ad esempio sugli orari) possano convivere al meglio con un’attività lavorativa per obiettivi e con una crescita di lavoratrici e lavoratori in termini di carriera. Il giornalista Robert Gionelli – moderatore del convegno – è anche intervenuto in qualità di delegato provinciale del Coni di Piacenza e ha illustrato alcuni significativi dati relativi al mondo sportivo piacentino, che vede una percentuale record  (la seconda in assoluto in Emilia-Romagna) di presenza femminile, pari al 42%: «L’analisi dei dati e la concretezza quotidiana mostrano che le donne che hanno fatto sport fin dall’età scolastica, o che sono dirigenti e allenatrici, traggono vantaggi in termini di miglior gestione dei tempi famigliari».

Le buone pratiche

Nicoletta Corvi, presidente del Comitato promozione imprenditorialità femminile CCIAA Piacenza, ha sottolineato che «Occorre superare la rigida standardizzazione dell’orario di lavoro, ragionando per obiettivi», e ha illustrato il decalogo delle buone prassi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, condiviso con i relatori: Motivazione al cambiamento; Ascolto e attenzione ai bisogni delle persone; Dialogo/confronto per individuare punti di equilibrio tra bisogni e interessi diversi; Forme di flessibilità; Accompagnamento al rientro al lavoro; Servizi a supporto delle persone e della famiglia; Azioni di supporto per attività di cura; Forme e soluzioni di Time saving; Tempi della città; Welfare aziendale.

Daniela Aschieri, direttore UO cardiologia ASL Piacenza, ha riassunto la propria esperienza personale, particolarmente impegnativa considerando la delicatezza e lo stress della sua professione: «A Piacenza ci sono tante donne in ruoli apicali, ma ancora oggi è molto faticoso raggiungerli per chi desidera avere figli: per me è stato fondamentale il supporto della famiglia, in ogni caso sono orgogliosa di aver perso tante ore di sonno per i miei figli. Il sogno? Un asilo nido in ospedale».

I dati sull’occupazione femminile e l’importanza delle reti territoriali per l’occupazione femminile sono stati al centro dell’intervento di Liliana Tessaroli, dirigente dell’Agenzia regionale del Lavoro di Parma e Piacenza: «In Emilia-Romagna il gap tra occupazione maschile e femminile è inferiore al resto d’Italia, ed è anzi vicino a quello medio europeo. In generale, la disomogeneità nei carichi famigliari non è stata risolta nemmeno nel periodo del ricorso allo smart working, che ha pesato maggiormente sulle donne. A livello locale, anche se va considerata la disomogeneità tra i diversi contratti di lavoro, per Piacenza sono buoni i dati relativi all’occupazione, anche per quanto riguarda quella femminile».

Nadia Bragalini, ambasciatrice degli “Stati Generali delle donne”, ha illustrato le finalità del progetto (nato a Matera nel 2019, durante gli eventi realizzati nell’allora Capitale italiana della Cultura dagli Stati generali delle Donne), ha sottolineato l’ingresso nella rete nazionale da parte del Comune capoluogo e ha elogiato la Provincia di Piacenza per aver promosso l’adesione alla rete anche presso gli altri Comuni del territorio: «Le donne sono portatrici di speranza e cambiamento. Piacenza, nel suo sostegno al nostro progetto, è un esempio nazionale di come si possa seminare bene per il futuro».

Prima dei saluti finali c’è stato spazio anche per un momento di dibattito stimolato dalle domande del pubblico ai relatori.

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