Giardino (Buona Destra) “Interrare autostrada e ferrovia per ricucire la città al Po”

Interrare il tratto ferroviario che da Sant’Antonio arriva in stazione e la parte di A21 che si sviluppa sopra il lungo Po a Piacenza. La proposta – affidata ad un post su facebook – arriva da Michele Giardino, consigliere comunale del gruppo misto ed esponente di Buona Destra Piacenza. Un progetto che Giardino vorrebbe mutuare da uno che sta per trovare effettiva attuazione a Parma.

“A Parma – si legge nel post del consigliere – c’è una linea ferroviaria, la Pontremolese, che entra in città da sud (arrivando da La Spezia) e attraversa per diversi chilometri il centro abitato, prima di giungere in stazione centrale. Ebbene, dal prossimo anno inizieranno i lavori per lo scavo di un tunnel lungo l’intero tratto cittadino della strada ferrata, che quindi si inabisserà prima di raggiungere la periferia di Parma ed emergerà in prossimità della stazione dei treni. La tratta storica, quella che passa tra gli edifici, sarà così liberata dai binari e trasformata in un percorso ciclopedonale. Il tutto per oltre cinque chilometri. Spettacolare. A Piacenza c’è una linea di treni che entra in città da ovest (arrivando da Torino), sfiora dapprima l’abitato di Sant’Antonio, poi taglia in due l’abitato di Borgotrebbia e infine – prima di entrare in stazione – separa irreparabilmente la città dal fiume Po. In quest’ultima impresa, ottiene una mano decisiva anche dall’autostrada A21. La ferrovia a un livello più basso e l’autostrada a un livello più alto, con una bella sopraelevazione visibile anche da piazza Cavalli, recidono Piacenza da Eridano”.

“Quando i Romani  – continua Giardino – scelsero questo punto della riva del fiume per costruirvi una città e decisero di chiamarla Placentia, credo lo fecero calcolando tutte le potenzialità che una tale meravigliosa collocazione potesse concedere. Chi è venuto dopo, deve aver perso di vista le opportunità che un corso d’acqua offre a una città di pianura. Ecco che lo skyline è diventato quello che è diventato ovvero pessimo e il fiume è stato relegato in una dimensione di separatezza, condannato alla disgiunzione dalla città. Questo “strappo” urbano, prima o poi, andrà ricucito. Fossimo a Parma, qualcuno avrebbe già progettato e forse realizzato un interramento di tutto il tratto ferroviario che da Sant’Antonio arriva in stazione (lunghezza totale, poco più di cinque chilometri) e del tratto autostradale che vola sopra il lungofiume. Siamo a Piacenza, invece, e facciamo fatica anche solo a parlare di ciò”.

“Eppure, del possibile interramento dei due tratti – ferrovia e A21 – che si frappongono tra la città e il Po, almeno di quelli, occorrerebbe parlarne, eccome. Occorrerebbe parlarne perché questa esigenza appartiene al bisogno di bellezza che sente Piacenza, perché appartiene alla visione della città del futuro, all’idea di miglioramento, alla Piacenza in simbiosi col fiume, quella che dovremo lasciare ai nostri figli e nipoti. Parliamo del segmento compreso tra Via del Pontiere e Via Diete di Roncaglia, poco meno di un chilometro! Le tecnologie per costruire un’opera del genere non mancano. Intanto, dovremmo iniziare a parlarne. Subito dopo, dovremmo iniziare a realizzare degli studi di fattibilità. Nel frattempo, andrebbero intavolati i primi approcci col Ministero e con l’Assessorato regionale alle Infrastrutture, con la Satap (Società Autostrada A21 Torino-Piacenza) e con RFI (Rete Ferroviaria Italiana)”.

“La Buona Destra Piacenza – conclude il post – pensa che sia giunto il tempo di cominciare ad affrontare il problema, perché questa doppia barriera va rimossa. Anche se non siamo a Parma. Grazie all’architetto Matteo Faroldi per questa nuova suggestione”.

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