“Ha visto come ero bello da giovane?” Il partigiano Abele incontra Papa Francesco

“Questo sono io a 18 anni, quando ero il partigiano Abele. Ha visto come ero bello da giovane?” E’ stata un’emozione grande per Renato Cravedi, classe 1926, parlare con Papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì. Partigiano combattente, unico superstite della battaglia più importante della resistenza piacentina, quella di Monticello, Cravedi – alla vigilia del 25 aprile – ha realizzato un desiderio che aveva manifestato da tanto tempo, incontrare il Pontefice.

Il viaggio in treno insieme alla figlia Anna Maria e al genero, la notte trascorsa a Roma e poi la sveglia prestissimo per raggiungere il sagrato di Piazza San Pietro, a tre file dal Papa. E a conclusione dell’udienza l’incontro ravvicinato durante i tradizionali saluti ai fedeli. “Il Papa si è fermato a scambiare qualche parola – spiega la figlia Anna Maria – e mio papà gli ha donato il libro “Il Partigiano Abele” con le sue memorie della guerra di Liberazione. E poi gli ha detto: ‘Questo sono io a 18 anni’, riferendosi alla fotografia della copertina, ‘ha visto come ero bello da giovane?’. Il Papa ha sfogliato il libro e lo ha ricambiato con un rosario benedetto”.

Come è nata l’idea di andare a Roma per incontrare il Papa? “Mio padre ha sempre ammirato tantissimo Papa Bergoglio – spiega Anna Maria – sin dalla sua elezione lo ha sempre ascoltato e stimato per le cose che dice. Così abbiamo chiesto al nostro parroco di Gossolengo Don Igino Barani se si potesse organizzare un viaggio in Vaticano. Don Igino si è mosso con la segreteria e ci hanno inviato l’invito per l’udienza di mercoledì scorso”. E così il partigiano Abele, nonostante i quasi 96 anni, non ha avuto alcun indugio nel raggiungere la Capitale.

“L’udienza era alle 9 del mattino – racconta Anna Maria – ma mio papà alle 7 e 30 era già pronto per arrivare in piazza. E’ stata un’emozione bellissima per tutti noi”.

Renato Cravedi dal Papa

Foto da VaticanMedia

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