“Lavoro ed emancipazione sociale insieme alla democrazia” Torna in piazza il 25 aprile fotogallery

Forse il momento più emozionante della cerimonia del 25 aprile in piazza Cavalli a Piacenza, restituita alla gente dopo due anni di stop a causa del covid, è stato quando sul palco delle autorità è salito un anziano signore, Agostino Covati. Le orazioni erano già iniziate, ma Covati, partigiano combattente in Val Trebbia e Val Luretta, 95 anni, ha voluto affrontare quegli scalini nonostante il passo incerto, ed è stato accolto dagli applausi e dall’abbraccio affettuoso di Pier Luigi Bersani.

25 aprile 2022

Bersani – dallo scorso gennaio presidente dell’Isrec di Piacenza, Istituto Storico Della Resistenza e della Eta’ Contemporanea – è stato l’oratore ufficiale delle celebrazioni del 25 aprile a Piacenza.

La cerimonia cittadina per il 77esimo anniversario della Liberazione è iniziata alle ore 10 con il corteo in partenza da piazzale Genova e che farà sosta sullo Stradone Farnese, presso il monumento alla Resistenza. A seguire la cerimonia ufficiale in piazza Cavalli e deposizione delle corone, poi la cerimonia religiosa in ricordo dei Caduti nella Basilica di San Francesco. Nel corteo, oltre al sindaco Patrizia Barbieri e al prefetto Daniela Lupo, la parlamentare Paola De Micheli, i consiglieri regionali Matteo Rancan e Katia Tarasconi, mentre ai piedi del palco è rimasto Giancarlo Tagliaferri. Una grande bandiera arcobaleno è stata dispiegata durante il corteo in centro e anche in piazza per chiedere la pace.  Un clima di unione incrinato dall’atto vandalico ai danni dell’auto del sindaco Barbieri. 

A prendere la parola, sul palco, il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri. “Non possiamo essere indifferenti alle richieste di aiuto dall’Ucraina – ha detto -. Non possiamo distogliere lo sguardo anche noi, come fecero i partigiani: amore per l’umanità deve essere una religione perché la patria vera è il mondo. Questo è uno degli insegnamenti più preziosi che la Resistenza italiana ci ha consegnato. Saper accantonare gli individualismi, le differenze, le contrapposizioni politiche, culturali e religiose, sentendosi parte integrante, facendosi carico e assumendosi, in prima persona, la responsabilità di un bene più grande e universale”.

Al termine del discorso del sindaco una parte della piazza ha iniziato a cantare spontaneamente “Bella Ciao”.

25 aprile 2022

“E’ un’emozione essere qui, in questa piazza dove 77 anni fa migliaia di uomini e donne festeggiarono la Liberazione” ha detto Pierluigi Bersani, presidente dell’Isrec Piacenza, che ha ricordato Piergiorgio Bellocchio, recentemente scomparso. “E qui in questa piazza ci siamo sempre ritrovati. Nelle ore più nere delle stragi del terrorismo, nelle battaglie per la dignità del lavoro e dello studio, negli appuntamenti del pluralismo politico e civile. Da quel giorno di 77 anni fa, questo è diventato un luogo di libertà. Tuttavia la soddisfazione di essere di nuovo qui, ci muore in gola. Ancora guerra, questa volta alla porta di casa. Ancora morte e sofferenza. Lo sappiamo tutti: nessuna motivazione storica o geopolitica può giustificare l’invasione e l’aggressione di un Paese sovrano. Ragioni storiche o geopolitiche possono aiutarci ad inquadrare questi fatti, ma mai a giustificarli. Se queste ragioni fossero valide, quante guerre avremmo nel mondo? Mille guerre. Ne abbiamo una sessantina, mi pare ce ne siano d’avanzo. L’unica rivincita nella storia puoi averla solo nella pace”.

“L’Europa è l’esempio di quello che sto dicendo, perché si è ricostruita dopo secoli di guerre, ragioni e torti. Solo nella pace hai la tua rivincita sulla storia. Gli ucraini hanno scelto di resistere e noi li aiutiamo. Le forme di questo aiuto non hanno trovato tutti d’accordo: diversità di opinione nel mondo democratico nelle sensibilità democratiche e religioni, che hanno trovato anche modalità diffamatorie, come gli attacchi che ha dovuto subire l’Anpi, al quale voglio dare la mia solidarietà. Ma sul punto che oggi conta di più, spero siamo tutti d’accordo: noi li aiutiamo perché l’Ucraina possa, da Paese indipendente, negoziare un cessate il fuoco. Lo facciamo per gettare le basi di un futuro di coesistenza, tra la Russia e l’Europa e non 30 anni di guerra fredda”.

25 aprile 2022

“Cari governanti che non festeggiate il 25 aprile – ha proseguito Bersani – guardate che la Costituzione su cui avete giurato o intendete giurare nel futuro, è una Costituzione antifascista. Se ne volete un’altra, dovete dirlo. La più attuale delle mistificazioni è quella che fa dire che dal 26 aprile il fascismo non c’è più. Inutile parlarne allora, si parli d’altro, ci sono ben altri problemi. Tre o quattro settimane fa, nel silenzio quasi generale la Corte d’Assise di Bologna si è pronunciata con nuove condanne sulla strage della stazione del 2 agosto, quella mattina di apocalisse che vide la reazione ordinata dei bolognesi, un’apocalisse senza disordini. Nel processo sono usciti già fatti e documenti agghiaccianti, che attraversano tutta la storia del terrorismo e delle stragi, strategie reazionarie sanguinose all’ombra di apparati dello Stato, con la protezione di criminali e di manovalanza dichiaratamente fascista. Che hanno ancora degli epigoni, che hanno assaltato recentemente le sedi del sindacato e si insinuano nel disagio sociale. Ma quanto ancora dovremo aspettare perchè formazioni come Forza Nuova siano messe al bando? Infine bisogna dire chiaro che celebrare il 25 aprile significa dare freschezza e forza propulsiva alla nostra democrazia, e questo vuol dire una sola cosa, democrazia ed emancipazione sociale devono darsi la mano, non possono essere divise. La democrazia deperisce e perde fascino se non si invera il primo articolo della Costituzione. L’Italia è una Repubblica democratica, (virgola) fondata sul lavoro. Ci accorgiamo poco di quella virgola che tuttavia i costituenti vollero insieme. Pensarono che per far comprendere agli italiani le novità forti della democrazia e della repubblica, occorresse legarle alla loro vita, alla loro condizione sociale. Parlando di democrazia parliamo di loro. La democrazia parla di questo e non possiamo dimenticarcene mentre vediamo le disuguaglianze galoppare e il lavoro diviso, frantumato, precarizzato, indebolire l’universalismo dei beni comuni”.

Quest’ultimo passaggio del discorso di Bersani ha suscitato alcune critiche da parte di amministratori sul palco, manifestate da parte del sindaco di Rottofreno Paola Galvani e dal consigliere regionale Matteo Rancan. La manifestazione nel complesso si è svolta senza tensioni e fischi all’indirizzo di nessuno.

25 aprile 2022

IL DISCORSO INTEGRALE DEL SINDACO DI PIACENZA

Ovunque volgiamo lo sguardo, in questa piazza che ritrova la sua festante partecipazione dopo gli anni drammatici della condivisione negata dall’emergenza sanitaria, ritroviamo i segni di quell’eredità civile e morale, di quel patrimonio inestimabile di principi e ideali per cui le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi che oggi, con profondo cordoglio ricordiamo, non esitarono a dare la vita. Nel nostro Tricolore simbolo di unità e democrazia, nell’abbraccio di istituzioni, associazioni e cittadini, nella presenza di tante famiglie che hanno voluto, in questa ricorrenza, spiegare ai figli perché la libertà conquistata dai nostri padri vada curata, onorata e celebrata, in ognuna di queste istantanee, risiede il significato più autentico della Festa della Liberazione.

Una memoria scolpita nel profilo dei monumenti, incisa nel marmo delle lapidi, modellata sulle pietre dei cippi che rendono omaggio ai Caduti per la Resistenza, il cui generoso e dolente sacrificio – valso, alla nostra città, quella Medaglia d’oro al Valor Militare di cui sentiamo vivo e forte l’orgoglio – ci insegna ancora oggi cosa siano il senso di appartenenza, il perseguimento del bene comune, il mutuo riconoscersi e credere in un’identità collettiva, l’etica della responsabilità, la coerenza nel difendere le proprie idee, il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie, all’oppressione e alla violenza.

Furono queste convinzioni a muovere e ispirare – nelle città e nelle colline, tra i boschi e i sentieri impervi di montagna – le scelte e le azioni dei nostri partigiani e di chi, dalle più diverse provenienze di pensiero, culturali e sociali – dagli operai ai contadini, da chi vestiva l’abito talare o la divisa, dagli avvocati ai medici, dagli intellettuali agli studenti, si trovò unito nella non indifferenza alle aberrazioni del regime, alla brutalità delle sopraffazioni, alla privazione e alla perdita dei diritti delle persone.

Come ebbe a sottolineare, un anno fa, il presidente Mattarella, dopo l’8 settembre ’43 e l’occupazione tedesca, “migliaia e migliaia di italiani, militari e civili, compresero che la Patria in cui voler vivere, per la quale si poteva anche morire, non poteva che essere una Patria libera, democratica, fondata sul diritto, sulla pace, sulla convivenza. Fu una spinta ideale e morale, prima ancora che ideologica o politica…”. E’ in nome di quel patrimonio conquistato che, in questo nostro tempo che ci costringe a confrontarci ancora una volta con l’orrore della guerra alle porte di un’Europa unita, fondata sulla cooperazione e sul dialogo tra i popoli, non possiamo essere indifferenti alle richieste di aiuto, di protezione e di tutela dell’umanità, di comune impegno nel tessere ogni filo che possa ricostruire la pace.

Come ci ricorda Liliana Segre la storia «mostra che la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto». E’ un impegno a cui non possiamo venire meno: ce lo chiedono i profughi costretti ad abbandonare le loro case, i loro affetti. I bambini venuti alla luce negli scantinati e nei tunnel della metropolitana di Kyev. Così come fanno appello, alle nostre coscienze, i simboli muti ed eloquenti della devastazione: i palazzi sventrati di Mariupol, le valigie abbandonate sotto i colpi di mortaio, intorno solo corpi inermi avvolti da un lenzuolo bianco.

E allora Buon 25 aprile, Piacenza. Per tutte le vittime del nazifascismo, per i tuoi 1500 Caduti piacentini – oltre 600 tra i combattenti, 800 i civili – lungo il cammino della Liberazione. Per tutti coloro che vennero deportati per motivi religiosi o politici, per i 6000 Internati militari e le centinaia di prigionieri civili tradotti nei campi di lavoro in Germania. Per gli oltre 1200 detenuti nelle nostre carceri tra il novembre 1944 e il marzo 1945, alcuni scomparsi senza lasciare traccia, presumibilmente uccisi e gettati nel Po, altri – la maggior parte – condannati a morte e giustiziati senza pietà, senza appello.

Anche noi, come scelsero di fare le generazioni cui oggi sentiamo di dovere tutto, non possiamo distogliere lo sguardo. Raccomandava ai suoi figli il partigiano Pietro Benedetti, in una lettera scritta pochi giorni prima di essere fucilato sugli spalti di Forte Bravetta, a Roma, nell’aprile del 1944: “Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo, e ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli”. Questo è uno degli insegnamenti più preziosi che la Resistenza italiana ci ha consegnato. Saper accantonare gli individualismi, le differenze, le contrapposizioni politiche, culturali e religiose, sentendosi parte integrante, facendosi carico e assumendosi, in prima persona, la responsabilità di un bene più grande e universale.

Nella sua “Lettera a un partigiano”, don Primo Mazzolari ricordava: “La brigata portava un nome e un’insegna di partito, ma niente ti prendeva di quel particolare. Tu eri partigiano della libertà di tutti, lottavi e soffrivi per tutti gli italiani”. Grazie al cammino della Liberazione, ammoniva, si era compiuto il passaggio da una politica che temeva e per questo soffocava ogni autonomia di pensiero, alla democrazia che ha bisogno “non di comparse, ma dell’uomo. Perché le comparse si nutrono del peggio, mentre l’uomo osa chiedere un po’ di pane, un po’ di giustizia, un po’ di libertà per tutti”.

A 77 anni di distanza dagli eventi che oggi commemoriamo, sta a noi ritrovare e sentire nostra quella stessa fierezza, quegli stessi occhi limpidi e consapevoli, quella solidarietà umana che indusse così tante famiglie, allora, a rischiare la propria incolumità e tutto ciò che possedevano per ospitare, rifocillare e nascondere i partigiani e i soldati alleati. Nei casolari di campagna, nelle dimore contadine, furono innanzitutto le donne – il cui ruolo fu spesso in prima linea non solo come staffette e infermiere, ma anche nell’imbracciare le armi – ad assicurare accoglienza e protezione alle minoranze perseguitate, trasformando quelle stanze ora in quartier generale, ora in centro di distribuzione della stampa clandestina o depositi di munizioni, sfamando i fuggitivi, fornendo loro abiti civili, prestando cure e assistenza.

Offrire una speranza di salvezza voleva dire esporsi all’eventualità dell’arresto, della tortura, della morte. A pagare con la deportazione furono, per il loro attivismo nel supportare i ribelli e favorire la fuga dei prigionieri militari stranieri, Francesco Baio e il figlio Cesare, che spirò nel campo di concentramento di Colonia tra le braccia del papà, senza poter mai leggere la lettera che la mamma Maria, anch’ella arrestata, aveva spedito loro. Ma nessuno si tirò indietro, in nome della pace e di quella spasmodica ricerca della libertà a cui oggi torniamo a rendere il nostro tributo. E allora, di nuovo, buon 25 aprile, Piacenza. Viva l’Italia libera e democratica, che crede nella pace e difende sempre i diritti dell’umanità”.

25 aprile 2022

IL PROGRAMMA

La Festa della Liberazione proseguirà dalle 12 fino alle 19:30 tra Piazza Cavalli e i portici di Palazzo Gotico con i seguenti eventi:

– “Occupazione tedesca e Liberazione sui muri di Piacenza” – Mostra di manifesti del Comando germanico, della Rsi e del CLN affissi in città fra il 1943 e il 1945.

– “Le divise dei partigiani e quelle dei soldati italiani prigionieri all’estero” – Mostra di divise originali.

– Visione in continuo del docufilm “Bella ciao – Song of Rebellion” e delle testimonianze dei 13 partigiani piacentini presenti nel Memoriale della Resistenza Italiana.

– Dopo la conclusione della manifestazione ufficiale del mattino: “Cento chitarre per la Resistenza”;

– Dalle ore 16: Animazione per i bambini a cura dell’Associazione Arti e Pensieri, con offerta del gelato di Mil Sabores;

– ore 17: “Canti della Libertà” eseguiti da Coro di voci bianche del Conservatorio di Musica G. Nicolini, diretto dal Maestro Giorgio Ubaldi;

– ore 18: Esibizione di Davide Cignatta e Johnny Pozzi in canti di resistenza, di tradizione e di cantautori.

In programma anche una visita guidata alla scoperta della “Piacenza Liberata” (dalle 14:45 alle 15:45). Il ritrovo è previsto presso lo IAT (Piazza Cavalli, 7) con costo di 10 euro per gli adulti e libera partecipazione dei bambini fino a 12 anni. Prenotazione obbligatoria: iat@comune.piacenza.it – tel. 0523 492001

Programma delle iniziative collaterali

GIOVEDI’ 28 APRILE

ore 10 Scoprimento targa in ricordo di Don Giuseppe Borea. Casa natale, via Roma 48. A cura di Comune di Piacenza.

ore 18 – chiesa di San Pietro Apostolo, via Carducci – Piacenza.
Santa Messa a suffragio di don Giuseppe Borea, Francesco Daveri, don Giuseppe Beotti, Giuseppe Berti, Nato Ziliani e di tutti gli amici che si sono battuti per il conseguimento ed il mantenimento della libertà e della democrazia nel nostro Paese.

VENERDI’ 29 APRILE

ore 17.30 – Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Via Sant’Eufemia, 12/13 – Piacenza
Presentazione del libro di Michela Ponzani: Guerra alle donne Partigiane, vittime di stupro, «amanti del nemico» (1940-45) (ET storia, 2021)

Conduce: Carla Antonini.

DAL 13 APRILE AL 2 MAGGIO

La storia della Resistenza in classe
Lezioni multimediali, introduzione storica per i film “Noi siam nati chissà quando e chissà dove” di Francesco Barbieri e Andrea Canepari (Isrec, 2015) e “Una questione privata” di Paolo e Vittorio Taviani (2017). Interventi di Barbara Spazzapan e Carla Antonini.

DAL 19 APRILE 2022

Risorse multimediali sulle pagine web e social dell’Istituto per conoscere ed approfondire Avvio del progetto di pubblicazione in digitale Le voci dei partigiani
http://www.istitutostoricopiacenza.it/
https://www.youtube.com/c/IsrecPiacenza
https://www.facebook.com/isre

Per consentire lo svolgimento delle celebrazioni, lunedì 25 aprile, saranno adottati provvedimenti temporanei di modifica alla viabilità

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.