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“L’UE ha risposto a un’aggressione militare con un’aggressione economica. Le sanzioni fermeranno le bombe”

“L’Unione Europea ha risposto a un’aggressione militare con un’aggressione economica. Le sanzioni sono finalizzate a fermare le bombe”. Piero Benassi, rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione Europea, ha portato il punto di vista dell’Europa da osservatore interno, all’incontro promosso dall’università Cattolica di Piacenza, su input degli studenti del corso di laurea in Giurisprudenza Doppia Laurea Diritto e Economia.

Dai ragazzi stessi è nata infatti la volontà di approfondire il tema di stretta attualità, con il workshop Guerra in Ucraina: radici storiche e risvolti giuridici economici politici.  Ad aprire i lavori è stato Benassi, raccontando la posizione dell’Italia e degli altri 26 nell’ambito di un’Unione Europea che mai come in questa circostanza ha dimostrato compattezza e coesione. “La risposta dell’Ue si è concretizzata – ha spiegato – attraverso iniziative di immediato sostegno all’Ucraina e di immediate sanzioni alla Russia per l’aggressione messa in campo. La ferma condanna si è accompagnata all’aiuto, di tipo politico, all’Ucraina, con l’accelerazione dell’ingresso del Paese nell’Ue, e la visita della presidente Von der Leyen ne è simbolo plastico, accanto ad aiuti di carattere economico e umanitari. Sono 10 milioni i profughi in fuga, e di questi 4 milioni sono già stati accolti nell’Ue. Per la prima volta sono stati concessi aiuti per le spese militari, finalizzate a consentire agli ucraini di difendersi e, dall’altro lato, è stato messo in campo un pacchetto di sanzioni durissime nei confronti della Russia”.

“Abbiamo risposto, come Unione Europea, a un’aggressione militare attraverso un’aggressione economica: è il paccetto di misure più dure mai messo in campo. Siamo consapevoli del contraccolpo di carattere geopolitico che genereranno, soprattutto sul fronte dei ricari dei prezzi alimentari. In alcune zone, come il Libano, la Giordania, l’Egitto e la Tunisia, ci potrebbero essere rischi di social unrest, ossia disordini. Nonostante questo – sottolinea – noi ribadiamo che queste misure hanno l’unico fine di arrivare al cessate il fuoco il prima possibile. Misure che sono state votate in poco tempo, mostrando da parte dell’Unione Europea, un’unitarietà che è il maggior asset politico messo in campo”.

La parola è poi passata alla giornalista Liliana Faccioli Pintozzi, responsabile Esteri Sky, che ha fatto il punto sulle radici storiche e sulle possibili conseguenze geopolitiche del conflitto in Ucraina. “Putin non riconosce il diritto all’esistenza dell’Ucraina, adducendo motivazione storiche che sono opinabili ma che manifestano la volontà di creare un cuscinetto tra la Russia e l’Alleanza atlantica – ha detto -. Il suo obiettivo è di creare un impero, azione che ha subito un’accelerata forse per sfruttare il rapporto di dipendenza energetica che l’Ue ha nei suoi confronti, e che avrebbe potuto essere messa in difficoltà dal percorso di transizione ecologica. Alla fine di questa battaglia, Putin forse potrà incassare una vittoria militare, riprendendosi porzioni di Ucraina, ma di certo dovrà scontare una grande sconfitta politica per il suo Paese”.

“L’obiettivo di questo incontro – ha sottolineato il professor Marco Allena, ordinario di diritto tributario e Presidente del Consiglio di Corso del corso di laurea in Giurisprudenza Doppia Laurea Diritto e Economia (5+1) della Cattolica di Piacenza – era di conoscere meglio per poter comprendere. Una richiesta arrivata dagli studenti, profondamente colpiti e ‘disarmati’ davanti a una tragedia che si compie a due passi dall’Italia e dall’Europa. Come università, abbiamo voluto rispondere con un momento informativo che trattasse gli aspetti economici e giuridici, com’è nelle nostre corde, senza dimenticare le radici storiche della guerra e le conseguenze che porterà con sé”.

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