Si torna a brindare con il Monterosso Festival a Castellarquato, rassegna del vino e del territorio foto

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Torna l’appuntamento con il Monterosso Val d’Arda Festival, la manifestazione dedicata alla scoperta del vino Monterosso e del suo territorio, che torna in presenza dopo lo stop obbligato dall’emergenza sanitaria. L’appuntamento è per il 23 e 24 aprile, presso il borgo medioevale di Castell’Arquato, eletto tra i Borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Il Festival è dedicato al Monterosso, il vino DOC espressione dei colli piacentini, i cui vigneti si trovano sul colle che fronteggia Castell’Arquato.

Il programma completo è stato presentato in conferenza stampa da Franco Ticchi, responsabile dell’organizzazione del festival e presidente dell’associazione La Goccia Aps, Matteo Cordani, sommelier Fisar e referente tecnico del festival. “La presentazione dell’edizione 2020 doveva tenersi a Milano, proprio quando fu imposto il lockdown – ricorda Franco Ticchi -. Quest’anno ripartiamo, anche se in maniera diversa: non ci saranno appuntamenti musicali, in segno di rispetto per la guerra in Ucraina, e l’area su cui si svilupperà il festival sarà più ampia, per rispettare ancora limitazioni del festival. Saremo rispettosi dell’ambiente: quella del 2022 sarà un’edizione green, senza plastica, con l’utilizzo di mezzi elettrici e acqua gratuita. Voglio ricordare che questo evento vuole essere uno strumento di promozione per tutta la Valdarda, non solo di Castellarquato, attraverso la valorizzazione di un prodotto, il Monterosso, che è  espressione del territorio. La qualità delle nostre uve è famosa da secoli, papa Paolo III diceva che tutte le nostre colline avrebbero dovuto essere dedicate alla coltivazione dell’uva”. Il Monterosso è il vino della tradizione, quella verace. “E’ quello fatto dai nostri nonni, e veniva offerto dalle razdore – ricorda – agli ospiti, magari accompagnato da uno dei nostri dolci, come il buslan o la sbrisolona, perché nella sua versione amabile o frizzante era il vino della festa”.

Le sue qualità sono state presentate dal sommelier Cordani. Il segreto del Monterosso è l’essere un blend – come si dice oggi – di uve bianche del territorio, nei Comuni di Alseno, Carpaneto, Castell’Arquato, Gropparello, Lugagnano e Vernasca, distribuite in percentuali che affondano nella tradizione e che ora sono state affinate dal disciplinare, per presentare il vino nelle sue tre anime: fermo, frizzante e spumante. “E’ l’accompagnamento ideale – ha detto Cordani – per i nostri antipasti, in particolar modo della pancetta e il salame, ma si abbina bene anche ai formaggi tipici, come il grana padano, il provolone e il cacio del Po. Può essere servito anche insieme ad alcuni primi e un altro abbinamento perfetto è quello con la frittata. E’ il classico vino – dice – da merenda”.

L’edizione 2022 del Festival prevede: la barricaia con degustazione, l’abbinamento a prodotti tipici piacentini, cooking show, mostre a tempa, rassegne gastronomiche, la presentazione del libro “Il brodo di Natale”, un viaggio di casa in casa lungo la via Emilia, da Piacenza a Rimini, alla scoperta delle ricette e dei ricordi legati al primo piatto in brodo del giorno di Natale. Domenica 24 aprile lo chef Stefano Marinucci sarà l’ospite speciale della manifestazione e farà un cooking show utilizzando i prodotti del territorio.

Protagonista del Festival anche Malvasia Di Candia Aromatica la più ricca e personale tra le diciassette varietà di Malvasia esistenti, per giunta incredibilmente versatile, potendo dare buoni e personali vini sia frizzanti, sia fermi secchi (o quasi), sia dolci passiti. Un’uva dotata di un corredo aromatico particolarmente ricco e complesso, tutto da annusare nel vino: ampio spettro di terpeni (responsabili degli aromi di arancio, cedro, limone, mandarino, rosa; simili ma non uguali agli omologhi presenti nel Moscato), frutta a profusione (pesca, albicocca più o meno matura, frutti tropicali, pompelmo), fiori idem (acacia, fresia, lavanda), note erbacee (le pirazine, presenti specie in alcuni biotipi e in alcuni terreni), salvia, note mielate, suggestioni speziate; minerale e idrocarburi quasi da Riesling, che si possono aggiungere durante l’evoluzione; fichi secchi, albicocca essiccata e canditi, i più spiccati profumi delle versioni passite.

PER INFORMAZIONI: www.monterossofestival.it 

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