Biciclettata tra le bellezze e le criticità di Piacenza di Castelnuovo (Europa Verde) foto

“Una biciclettata per mostrare ai piacentini non solo le bellezze della città, come ad esempio l’area del Lungo Po – bellissima, ma purtroppo da sempre trascurata – ma anche luoghi “critici”, sede di impianti industriali che, senza dubbio, impattano gravemente sulla qualità dell’aria di Piacenza. Immergersi in questi luoghi è necessario per confrontarsi e proporre miglioramenti in merito”.

Giuseppe Castelnuovo, ambientalista storico e componente di Europa Verde Piacenza, lista a sostegno di Cugini sindaco all’interno della più ampia coalizione di ApP (Alternativa per Piacenza), spiega così il tour su due ruote organizzato dai Verdi piacentini sabato 14 maggio, subito dopo la presentazione della lista ecologista ai giardini Margherita. Un percorso che, a partire dai giardini pubblici, ha raggiunto il lungo Po mediante pista ciclabile, per poi spingersi alla frazione del Capitolo e arrivare fino al cuore del polo logistico di “Le Mose”: 3 milioni di metri quadrati di capannoni totalmente impermeabilizzati. Fino al successivo ritorno verso la stazione ferroviaria, passando per una strada interna del Montale e la pista ciclabile che si dipana posteriormente all’Università Cattolica. Tra una tappa e l’altra del tragitto sono state illustrate le diverse criticità ambientali del territorio piacentino, non con l’intento di “demolire”, ma di proporre prospettive di riqualificazione e miglioramento dell’esistente, un approccio accolto con interesse partecipe da tutti i presenti.

“All’andata – ha spiegato Castelnuovo – abbiamo presto raggiunto alcuni impianti di trattamento degli inerti dislocati fra l’argine maestro e il Po, di cui gli ambientalisti chiedono da decenni la delocalizzazione; non con l’intento di cancellare un’attività produttiva, ma di collocarla in un’area paesaggisticamente più idonea, lasciando il corridoio verde al bordo del fiume fruibile ai cittadini e alle famiglie”. “Da questo punto dell’argine lo skyline è piuttosto eloquente – ironizza il veterano dei Verdi – , permettendo di spingere lo sguardo dall’inceneritore, al cementificio, alla centrale termoelettrica; impianti che hanno espresso un’indubbia utilità nel tempo e anche una fonte occupazionale, ma che sono oggettivamente troppo vicini alla città, contribuendo ad un aggravamento della già pessima qualità dell’aria. Dobbiamo a tutti i costi immaginare un futuro orientato verso sistemi di produzione energetica con fonti rinnovabili, riconvertendo o puntando ad una graduale delocalizzazione degli impianti inquinanti, così da contrastare in modo deciso i cambiamenti climatici e tutelare la salute. Così come è del tutto evidente, attraversando l’insieme dei capannoni e dei piazzali del polo logistico, la necessità di una riqualificazione dello stesso, con un progressivo trasferimento delle merci dai camion ai treni per ridurre l’inquinamento e la congestione delle strade. Un governo dell’area quindi, da tutti invocato, a parole, ma mai attuato”.

“Anche la mancanza di una vera e propria pista ciclabile per i lavoratori rappresenta un elemento di insicurezza e di disattenzione per le migliaia di lavoratori del polo – spesso precari e/o immigrati: poco accettabile per una città che ha il diritto di definirsi civile come la nostra”.

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