Pier Luigi Farnese “condannato”: “Personaggio pieno di difetti”

Pier Luigi Farnese (1503-1547) fu dunque principe illuminato o figlio degenere? Al quesito ha cercato di dare una risposta il confronto tra il prof. Domenico Ferrari Cesena e il prof. Marcello Simonetta che si è svolto nella Biblioteca del Convento, nell’ambito delle Celebrazioni per i 500 anni di Santa Maria di Campagna, a cura della Comunità francescana e della Banca di Piacenza.

Già nota la posizione del prof. Simonetta, autore del libro strenna 2020 della Banca dedicato proprio al primo duca di Piacenza e Parma: la ricca documentazione presa in esame dall’autore lascia pochi dubbi sul fatto che Pier Luigi ne fece, nella sua vita, di “cotte e di crude”. E anche il prof. Ferrari Cesena – che teoricamente avrebbe dovuto sostenere la linea difensiva dell’“imputato” – non ha potuto fare a meno di ammettere che il figlio di Papa Paolo III fu «un personaggio scostante e pieno di difetti», quindi praticamente indifendibile.

Lo stesso prof. Ferrari Cesena si è poi soffermato sulle conseguenze che ebbe per Piacenza la congiura farnesiana (con l’uccisione di Pier Luigi). «La nostra città – ha argomentato – perse il ruolo di capitale del Ducato in favore di Parma: un vulnus molto pesante che non siamo ancora oggi riusciti a scrollarci di dosso. Dopo il 1547 abbiamo perso blasone, e questa cosa ancora pesa sul nostro morale». Sull’argomento è intervenuto anche il presidente esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani, che ha fatto osservare come la congiura riuscì sul piano fisico, ma non politico, condannando successivamente Piacenza alla collocazione in Emilia, una regione che in 400 anni non aveva mai sentito come propria.

Dal canto suo, il prof. Simonetta – dopo aver ripercorso le tappe principali della “carriera” di Pier Luigi e rimandando comunque alla lettura del suo libro dedicato al “figlio degenere” – ha fatto riferimento, per avvalorare la sua tesi, sia a nuove citazioni che «confermano le sue attitudini sessualmente perverse», sia al contrasto diretto con l’imperatore Carlo V. Come ciliegina sulla torta, lo scrittore ha rivelato il contenuto di un poemetto francese dove il poeta dà voce ad un resuscitato Pier Luigi che inveisce contro i propri figli accusandoli di non averlo vendicato e, peggio, di essersi alleati con chi lo aveva ammazzato. Ancora – e qui non si capisce se a parlare è ancora Pier Luigi o il poeta – la famiglia Farnese viene definita “un insieme di mostruosità”.

I relatori sono stati presentati dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli, che al termine ha consegnato al prof. Simonetta la pubblicazione di Gianfranco Levoni “Piacenza”, che reca in copertina una splendida immagine di Santa Maria di Campagna.

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